L’accordo sulla cassa integrazione dei lavoratori di Acciaierie d’Italia non avrà riflessi su quelli rimasti nell’Ilva in amministrazione straordinaria. Per loro resta valida l’intesa del 2018 e l’obiettivo del loro reimpiego nelle opere di bonifica. È quanto emerso dall’incontro di ieri tra i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e i commissari per fare il punto sul futuro dei 1.661 rimasti nella vecchia società.
Un confronto importante, hanno sottolineato i sindacati, che ha permesso di fare il punto sui lavori di bonifica e sulla formazione che devono svolgere i lavoratori ma anche per chiedere un ulteriore “scivolo” per chi volesse lasciare l’azienda, con un ampliamento delle risorse a disposizione che passerebbe da 133 a 250 milioni. Una ipotesi che ha registrato il benestare dei commissari che, però, hanno sottolineato la necessità di mettere d’accordo tutte le parti in causa che sottoscrissero l’accordo del 2018.
Resta scettica la Uilm, sindacato più rappresentativo nel siderurgico, che attraverso il segretario Guglielmo Gambardella considera prioritaria «la certezza che tutti i lavoratori di Ilva As, a partire dal 23 agosto di quest’anno, dovranno ricevere le lettere di assunzione in Acciaierie d’Italia».
A seguito dell’incontro online, Cgil, Cisl e Uil sono tornati a premere affinché il ministero delle Imprese riconvochi nuovamente il tavolo con Acciaierie d’Italia, al fine di mettere nero su bianco il piano di investimenti che dovrà rilanciare la produzione in riva allo Ionio. «All’interno dei vari stabilimenti – si legge in una missiva inviata al ministro Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella – si respira da tempo un clima di incertezza e si registrano ritardi sugli investimenti ambientali, sulla sicurezza degli impianti e per il raggiungimento dei livelli produttivi e la salvaguardia occupazionale. In attesa di tale incontro Fim, Fiom e Uilm – sottolineano – sono venuti a conoscenza, a mezzo stampa, dell’insediamento del tavolo nella giornata di domani, per l’avvio di un percorso che dovrebbe portare alla realizzazione di un Accordo di Programma per Taranto».
Le tre organizzazioni, a tal proposito, “ribadiscono la loro netta contrarietà a qualsiasi percorso di Accordo di Programma tra Azienda, Governo e Istituzioni locali che, preliminarmente, non preveda il rilancio degli stabilimenti del Gruppo AdI (Ex Ilva), non escluda senza alcun’ombra di dubbio il superamento dell’area a caldo, come peraltro dichiarato dalle Istituzioni locali, Comune, Provincia e Regione, e non preveda un’intesa sul piano industriale e occupazionale con Fim Fiom e Uilm. In assenza di una convocazione in tempi brevissimi – concludono i segretari generali di Fim Fiom Uilm – si metteranno in atto tutte le iniziative di lotta e di mobilitazione necessarie».