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Payback, parla il fondatore di Euromed Srl, Franco Di Bella: «Lavoreremmo in perdita»

La Euromed Srl ha iniziato la sua attività nel 1999 su iniziativa di Franco Di Bella, forte di una pluriennale esperienza acquisita nel settore della commercializzazione di dispositivi medici, apparecchiature elettromedicali e reagenti per chimica clinica. Sin dal 1978 ha operato nel settore sanitario, dapprima nel campo della chimica clinica e, successivamente, in settori in…

La Euromed Srl ha iniziato la sua attività nel 1999 su iniziativa di Franco Di Bella, forte di una pluriennale esperienza acquisita nel settore della commercializzazione di dispositivi medici, apparecchiature elettromedicali e reagenti per chimica clinica.

Sin dal 1978 ha operato nel settore sanitario, dapprima nel campo della chimica clinica e, successivamente, in settori in forte crescita tecnologica, quali la diagnostica per Immagini e la Medicina Nucleare.

Oggi dal punto di vista operativo si avvale di tre collaboratori, un dipendente con competenze amministrative, un responsabile commerciale ed una specialista di prodotto.

«La quota di pay back imputata alla Euromed ammonta ad oltre 200 mila euro – afferma Di Bella – importo onerosissimo per una piccola azienda. Basti pensare che esso rappresenta oltre l’80% degli utili ottenuti nell’ultimo anno».

Le conseguenze per la Euromed sarebbero estremamente pesanti e di diversa natura.

«Sarà difficile, se non impossibile, pensare ad ulteriori investimenti – sottolinea -. Dovrei pensare, se mai questa legge dovesse permanere per gli anni successivi, alla chiusura definitiva dell’attività. Certamente l’esborso della quota a noi addebitata porterà a dover rinunciare al supporto specialistico, con ripercussioni anche di natura commerciale e, di riflesso, operativa per i sanitari». Anche per Franco Di Bella, dunque, la legge è assolutamente ingiusta.

«Le forniture di dispositivi medici – sottolinea – sono frutto di regolare gara d’appalto, aggiudicata o al prezzo più basso o all’offerta economicamente più vantaggiosa. La restituzione delle cifre richieste rischia di rendere i margini operativi ancor più risicati e, in molti casi, addirittura non remunerativi. In altre parole “lavoreremmo in perdita”». Di Bella racconta che spesso non si riesce a scorporare il costo dell’assistenza tecnica da quello del prodotto.

«Aggraverebbe ancor più l’onere dell’impresa – spiega -. Chiedere alle aziende di contribuire al ripiano dello sforamento di spesa dell’amministrazione sanitaria, non potendo noi interrompere le forniture, è semplicemente al di fuori di ogni logica e, a mio parere, del tutto incostituzionale».

Il problema non sarebbe la data ultima per procedere al pagamento ma che molti non potranno pagare.

«Pur apprezzando tutto ciò che questo Governo sta cercando di fare al fine di minimizzare l’impatto economico ed organizzativo – conclude il fondatore della Euromed srl Franco Di Bella- ritengo che l’unica strada percorribile sia l’abrogazione definitiva di questa legge ingiusta, vessatoria e dannosa per tutto il comparto sanitario, ivi compresi i cittadini tutti».

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