Un 50enne originario di Catania ma residente a Taranto si è tolto la vita nel pomeriggio nella Casa circondariale del capoluogo ionico dove era detenuto dopo essere stato arrestato ieri.
A darne notizia è il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio.
«Si tratta – spiega De Fazio – del 16esimo suicidio di un detenuto nel corso dell’anno (ma potrebbe essere il 19esimo se si considerassero coloro per i quali non è stata accertata la volontarietà del gesto), cui aggiungere un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria che qualche settimana fa si è tolto la vita in Campania, in quella che continua a mostrarsi come una vera e propria strage tanto da far pensare a una ‘pena di morte’ di fatto», aggiunge.
«Sovraffollamento detentivo, deficienze organizzative, strumentazioni e tecnologie inadeguate e organici carenti per tutte le figure professionali, che toccano i livelli più critici proprio in Puglia e a Taranto, non consentono oggettivamente neppure d’ambire al perseguimento degli obiettivi indicati dall’articolo 27 della Carta costituzionale e, soprattutto, mettono a repentaglio la sicurezza di reclusi e operatori».
Per il segretario della Uilpa, sono necessarie «misure emergenziali e parallele riforme strutturali che reingegnerizzino l’architettura dell’esecuzione penale e, in particolare, quella carceraria. L’introduzione dei medici del Corpo di polizia penitenziaria promulgata proprio ieri con il decreto-legge numero 44 è un ottimo passo in avanti. Ora bisogna renderlo effettivo e accelerare su tutto il resto, nella direzione peraltro annunciata anche dal sottosegretario al Ministero della Giustizia, con delega al Dap, Andrea Delmastro delle Vedove», conclude De Fazio.