Un punto di svolta potrebbe essere giunto per l’area della Masseria Torre Bella. Sembra, infatti, che i lavori per la realizzazione del residence nella zona antistante lo stadio San Nicola non avessero tutte le carte in regola.
I volontari Donato Cippone, di Onda verde Puglia facciamo rete, e Nicola De Toma, responsabile dell’associazione Villaggio dei Lavoratori Stadio, non solo sport e cultura, anche componente di “Fare Verde”, affiancati dal geologo professor Sante Sabatiello, sono stati ricevuti, ieri mattina, dall’ingegnere responsabile della ripartizione Urbanistica ed Edilizia privata del Comune di Bari Pompeo Colacicco, al quale si erano rivolti con una segnalazione al momento dell’inizio dei lavori di trivellazione, a poca distanza dal casale settecentesco che domina l’area che occuperà il centro del residence. Dall’analisi dei documenti sul rilascio delle autorizzazioni e dei permessi, perpetrata dall’ufficio, risulterebbe che il Comune non avesse ancora dato l’autorizzazione per gli scavi, ma solo la scia per quanto riguarda perimetrazione e tracciabilità stradale.
A seguito di questa verifica, il responsabile ha contattato i vigili tecnici, che opereranno un sopralluogo. Se dalle verifiche risulterà che i lavori sono stati avviati senza i dovuti permessi, questi ultimi verranno bloccati fino a che il Comune non avrà rilasciato tutti i benestare. Tempo prezioso si guadagnerebbe, quindi, per poter dare al responsabile della sovrintendenza architettonica Caterina Annese, contattata sempre dagli attivisti, la possibilità di rivedere le autorizzazioni. Già perché sembrerebbe che sia stata proprio la Sovrintendenza a ritenere non necessaria la vigilanza, essendo rispettate le distanze dei lavori dalle aree archeologiche di interesse. Ma tutto questo lascia perplessi, considerando che la trivellazione e lo sbancamento avvengono a poca distanza da un casale vetusto, poggiato su un terreno friabile. Interrogativi anche da parte del geologo Sante Sabatiello, che si era già occupato di studi nella zona, che ospita più di un sito di interesse archeologico e che è, ricordiamolo, sottoposta a vincolo.
«La zona è caratterizzata dalla presenza di calcarenite. – spiega – Abbiamo a che fare con ruspe e scavatori, le vibrazioni potrebbero danneggiare il suolo di calcarenite, finendo col rovinare del tutto qualcosa che è rimasta in piedi per anni. Abbiamo chiesto l’accesso agli atti della sovrintendenza e, se i lavori si fermeranno, solleciteremo un nuovo sopralluogo. È necessario andare a fondo perché questa questione potrebbe creare un precedente, essendo la nostra terra piena di masserie antiche che devono essere tutelate».