C’è anche la Puglia tra le regioni d’Italia coinvolte nell’iniziativa AnThem, acronimo di AdvaNced Technologies for HumancentrEd Medicine (cioè tecnologie avanzate nella medicina centrata sull’uomo), il progetto nazionale promosso dall’università di Milano-Bicocca e finanziato con 123 milioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo scopo di AnThem, che si presenta come un Hub dedicato alle tecnologie avanzate per la medicina, è quello di realizzare dispositivi e strumenti digitali per la raccolta dei dati in modo da renderli utili alla medicina di prossimità, sviluppare strumenti che servano a monitorare e valutare i fattori ambientali, di stile di vita e patologici tra fragili e malati cronici e implementare metodologie di terapie oncologiche per i tumori che non possono essere trattati con gli approcci convenzionali. L’investimento, quindi, andrà di fatto a finanziare attività di ricerca e di trasferimento tecnologico e di conoscenze, in ambito sanitario e assistenziale.
«Ciò che vogliamo fare è innovare la medicina personalizzata e ridurre il gap nell’assistenza sanitaria di determinate patologie attraverso soluzioni di tecnologia avanzata» ha detto la rettrice dell’università lombarda, Giovanna Iannantuoni, che ha aggiunto: «Con i fondi garantiti dal Pnrr e grazie alla partnership di 23 soggetti pubblici e privati, questo progetto diventa un’opportunità per costruire sinergie e filiere nell’ambito di innovazione sanitaria e assistenziale e un’occasione di contatto con attori istituzionali e industriali all’avanguardia». Stefano Paleari, presidente della Fondazione AnThem, ha invece spiegato come «l’iniziativa unisce in una logica multi-progetto competenze disciplinari diverse, di medicina, fisica, ingegneria, economia e management, con l’unico obiettivo di sviluppo di soluzioni tecnologiche che giungano a migliorare il trattamento di particolari patologie in determinate “comunità di riferimento”».
Questo Hub comprenderà 28 progetti da sviluppare nei prossimi quattro anni. In sintesi, quattro saranno i filoni di ricerca, ognuno dei quali coordinato da una università. L’università di Bergamo coordinerà tecnologie e gestione di dati per la diagnostica e la cura, la Milano-Bicocca gli ambienti smart e i sensori innovativi per la medicina di prossimità, il Politecnico del capoluogo meneghino la ricerca di fattori di rischio e degli strumenti per il monitoraggio dei pazienti cronici e l’ateneo di Catania le soluzioni terapeutiche innovative per patologie orfane, cioè quelle malattie che non vengono studiate in modo approfondito o per le quali non esiste ancora un trattamento specifico. Tra gli enti affiliati c’è anche l’Università del Salento, che collaborerà al terzo e quarto filone di ricerca.
Oltre alla Puglia (che si aggiunge a Lombardia, Calabria, Campania e Sicilia), saranno coinvolte anche sei grandi città: Milano e Monza al Nord e Bari, Lecce, Taranto e Napoli al Sud. Ad essere interessate saranno dieci tra università ed enti di ricerca (con il coinvolgimento di oltre 200 ricercatori), otto tra strutture sanitarie, sociosanitarie e di ricerca medica e cinque tra imprese e realtà private.