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Sostituzione etnica: Shady Alizadeh, avvocata italo-siriana cresciuta nella Bat, replica al ministro Lollobrigida

«Mi è stato fatto notare ieri da una persona a me molto vicina, ovvero mia madre, che io sarei l'esempio vivente della sostituzione etnica. E allora ho pensato che se una donna italo-iraniana cresciuta in Puglia, nella sesta provincia, incarna le preoccupazioni del ministro Lollobrigida e dei suoi seguaci, allora le tante e i tanti…

«Mi è stato fatto notare ieri da una persona a me molto vicina, ovvero mia madre, che io sarei l’esempio vivente della sostituzione etnica. E allora ho pensato che se una donna italo-iraniana cresciuta in Puglia, nella sesta provincia, incarna le preoccupazioni del ministro Lollobrigida e dei suoi seguaci, allora le tante e i tanti cittadini del mondo di prima e seconda generazione rappresentano l’incubo di questa destra razzista». Così, in un video diffuso sui propri canali social, l’avvocata Shady Alizadeh, 33enne di Barletta, nata a Terlizzi, figlia di una donna italiana e di un uomo iraniano.

Il riferimento è alle parole pronunciate dal ministro dell’Agricoltura che, al congresso della Cisal, ha detto che «non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada».

Emblematico il titolo che l’avvocata Alizadeh, militante del Partito democratico, ha dato al video: “L’infinita lotta contro le banalità del male”. «Se noi siamo lo spavento di questo Governo, sono fiera di essere il sostituto etnico, argine di questa vecchia e ripetuta banalità del male», dice a conclusione del video.

L’avvocata italo-iraniana ritiene «pericoloso alimentare questo odio in un Paese come il nostro che vive in difficili condizioni economiche e in uno scenario internazionale caratterizzato dalla guerra in Europa».

E proprio a proposito di Europa, sottolinea Shady Alizadeh, «questo governo razzista ha forse dimenticato che Europa è figlia di Tiro, il Libano, che fu rapita da Zeus e portata in Grecia dove nacque l’Europa: se ci pensiamo è la stessa tratta che tanti più sfortunati compiono ogni giorno per cercare un futuro».

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