Si è tenuta oggi, davanti alla Corte d’appello di Lecce, la prima udienza del processo d’appello a carico dell’ex gip del tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 9 anni e 8 mesi di reclusione per quattro episodi di corruzione in atti giudiziari. Contestata l’aggravate mafiosa.
Il processo è un troncone dall’inchiesta coordinata dalla Dda di Lecce che sfociò negli arresti il 24 aprile 2021. De Benedictis, difeso dagli avvocati Gianfranco Schirone e Saverio Ingraffia, in questo troncone è libero e oggi non era presente in aula.
La Corte d’appello di Lecce ha rinviato al 26 giugno la requisitoria del procuratore generale.
L’imputato è agli arresti domiciliari nel troncone in cui è stato condannato, in primo grado, a 12 anni e 8 mesi di reclusione per i reati di traffico e detenzione di armi.
Imputato è anche l’avvocato Giancarlo Chiariello del foro di Bari, condannato in primo grado alla stessa pena dell’ex gip barese.
Secondo l’accusa, l’ex gip del tribunale di Bari avrebbe firmato provvedimenti di attenuazione delle misure cautelari, riconoscendo i domiciliari in favore di alcuni indagati difesi da Chiariello, sotto inchiesta per reati di mafia o aggravati dal metodo mafioso. Fra i due ci sarebbe stato un accordo corruttivo, in base al quale i domiciliari venivano concessi dietro pagamento di somme di denaro. Tale circostanza è stata riferita da 2 collaboratori di giustizia in tempi diversi e sarebbe poi emersa da intercettazioni ambientali e telefoniche.In appello anche Alberto Chiariello, figlio di Giancarlo Chiariello, condannato a quattro anni di reclusione. Tre anni e otto mesi, in primo grado, sono stati inflitti a Danilo Pietro Della Malva, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia.
L’avvocato Alberto Chiarello ha rilasciato, oggi, dichiarazioni spontanee durante l’udienza in cui ha affermato di non essere a conoscenza di alcun accordo tra il padre e l’ex gip e ha rivendicato la propria estraneità ai fatti contestati.