Lo sport non solo come fonte di benessere psicofisico, ma soprattutto come manifestazione collettiva di inclusione. Questo il cuore del convegno dal titolo “Prevenzione, terapia e inclusione in medicina e psicologia dello sport» che si è tenuto a Taranto, alla Scuola allievi dell’aeronautica.
All’evento, organizzato dai medici Marco Sammarco, psicologo dello sport e Luigi Santilio, medico sportivo, è sono stati chiamati a raccolta esperti scientifici dello sport, atleti, psicologi, dietisti e terapisti. Nodo centrale, in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2026 a Taranto, non solo l’aspetto medico scientifico, ma anche quello sociale, comunitario, inclusivo, termine che nello sport vede la sua arma vincente: non solo l’aspetto della disabilità psicomotoria, ma anche per «genere» e «cultura d’appartenenza».
Il convegno si è aperto con un video saluto della campionessa olimpica tarantina Benedetta Pilato che si è fatta portavoce anche di un ruolo generazionale fatto di agonismo e inclusione. «Questo convegno – ha detto – è fondamentale nel percorso di tutti i professionisti della medicina, perché oggi senza di loro le nostre performance atletiche non sarebbero le stesse. In conclusione la Pilato». Presente al convegno il plurititolato campione mondiale e olimpico di canottaggio Giuseppe Abbagnale che ha sottolineato il ruolo centrale della medica dello sport nella vita di un agonista e quali grossi sviluppi ha avuto il ruolo dei «coach» e degli psicologi, ad esempio, nei grossi risultati ottenuti da tutti i grandi atleti.
A fine convegno, Abbagnale ha potuto ammirare anche lo scenario del vecchio bacino idrovolanti della Svam, da sempre designato come perfetto campo di gara per il canottaggio. «Questo convegno – spiega il dottor Santilio – ha gettato le basi per un futuro sportivo per la nostra città. Soprattutto vista la volontà sinergica col medico tarantino Luca Labianca, del centro di preparazione Olimpica di Roma, di trasformare Taranto in un polo d’eccellenza olimpica, non solo in vista dei Giochi del 2026, ma anche oltre». A latere degli aspetti medico scientifici, quelli culturali e sociali. «Quando sentiamo parlare d’ inclusione nello sport, immediatamente pensiamo alla disabilità psicofisica. Oggi, quando parliamo di inclusione non possiamo non soffermarci sull’inclusione gender e su quella geografica, che purtroppo, troppe volte resta ferma, al palo, nonostante gli ampi risultati avutisi negli ultimi decenni».
Inclusione, disabilità e sport acquatici al centro dell’intervento di Luca Pellicoro, dell’associazione Enjoy you dive. «Fondamentale per me che non sono un medico è il rapporto sinergico imprescindibile tra associazionismo sportivo e l’universo della medicina dello sport. Grazie ai medici Santilio, Sammarco e alla dottoressa Eva Cofano, ragazzi disabili che praticano le nostre discipline acquatiche hanon ottenuto risultati di assoluto rilievo, in termini performativi e di integrazione». Il professor Vincenzo Pincolini, preparatore atletico del Milan e della nazionale italiana di calcio, ha rimarcato durante il suo intervento, la fondamentale attenzione che ciascuna delle figure mediche nel mondo dello sport dedica all’inclusione e alla salute mentale degli atleti a qualsiasi livello.