(Adnkronos) – Gli stipendi – almeno per la parte netta – sono destinati ad aumentare ancora: ne ha dato ufficialità il governo Meloni, annunciando che i 3 miliardi di euro di tesoretto certificati dal Def verranno utilizzati tutti e subito per un nuovo taglio del cuneo fiscale, ossia – come ci ricorda Money.it – la differenza che c’è tra la retribuzione lorda e il netto che entra nelle tasche del dipendente.
Come fatto a inizio anno grazie alle risorse stanziate dalla legge di Bilancio 2023, anche con questi 3 miliardi di euro si provvederà nel dettaglio a tagliare la quota di contributi previdenziali che grava sul lavoratore: a oggi lo sgravio è pari al 2% per le buste paga d’importo inferiore a 2.692 euro lordi, mentre quando non si superano i 1.923 euro sale al 3%: ciò ha permesso di generare un risparmio fino a 53 euro al mese nel primo caso e di 57 euro nel secondo (ma vanno considerati gli effetti della maggiore Irpef da versare).
Adesso il governo è pronto a ridurre ancora il cuneo fiscale, con l’obiettivo – che almeno nelle promesse dovrà essere portato a termine entro fine legislatura – di arrivare a un meno 5%, intervenendo anche sulla parte che grava sui datori di lavoro.
Non si sa di quanto: c’è chi parla della possibilità che lo sgravio possa persino raddoppiare, come pure chi ritiene che con le risorse a disposizione possa esserci un taglio di un ulteriore punto percentuale. Quel che è certo è che la riduzione della quota di contributi che grava sul dipendente partirà da maggio 2023, come annunciato dal sottosegretario all’economia Maurizio Leo.