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Baritech, c’è una speranza: i sindacati chiamano l’Asi. Intanto l’azienda chiede di pagare la liquidazione a rate

Si potrebbe aprire uno spiraglio, forse l’ultimo, per i 113 dipendenti della Baritech rimasti senza lavoro dallo scorso 1 febbraio. I segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno infatti inviato al neo presidente del Consorzio Asi una lettera unitaria in cui chiedono l’attivazione urgente di un tavolo per verificare la possibilità di percorsi di…

Si potrebbe aprire uno spiraglio, forse l’ultimo, per i 113 dipendenti della Baritech rimasti senza lavoro dallo scorso 1 febbraio. I segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno infatti inviato al neo presidente del Consorzio Asi una lettera unitaria in cui chiedono l’attivazione urgente di un tavolo per verificare la possibilità di percorsi di riconversione industriale dell’ex Osram, con il conseguente recupero occupazionale dei lavoratori licenziati. L’ipotesi era stata già avanzata nei mesi scorsi, ma ora le sigle chiedono un’accelerazione: «Abbiamo chiesto all’Asi di poterci incontrare in prefettura – spiega Pino Anaclerio, segretario della Femca Cisl di Bari – per riprendere il discorso che era stato lasciato in sospeso sul possibile interessamento di qualche nuova azienda che si trova nel nostro territorio e che sarebbe disposta a rilevare lo stabilimento e assorbire gli operai che Baritech ha lasciato a casa».

Nelle scorse settimane si era infatti ipotizzato un intervento dell’Area di sviluppo industriale, con la quale le sigle avevano discusso dell’obbligo dell’avvio di un nuovo processo produttivo nell’immobile ex Baritech, pena la riacquisizione dell’area da parte del Consorzio. Questa possibilità, tuttavia, sarebbe dovuta essere verificata e confermata in successivi incontri, che però non si sono più tenuti e che ora i sindacati richiedono. Anche perché i precedenti tavoli in sede di task-force regionale non hanno prodotto i risultati sperati. Tra le proposte pervenute c’era anche quella di un gruppo di imprenditori che aveva ipotizzato la reindustrializzazione della fabbrica, che sarebbe diventata un polo logistico regionale per la distribuzione dei farmaci. Questo progetto non solo avrebbe salvato tutti i dipendenti, ma avrebbe addirittura permesso l’assunzione di ulteriori 70 unità lavorative, come abbiamo ampiamente documentato sulle pagine del nostro giornale. Ancora oggi non si conoscono i motivi per i quali questa iniziativa sia stata esclusa in sede di task-force.

Tornando all’ultima missiva, tra i destinatari ci sono anche il commissario straordinario della Zes Adriatica Puglia-Molise e i sindaci dei comuni di Bari, Modugno, Giovinazzo, Bitonto e Molfetta: «Quest’incontro potrebbe determinare una collaborazione che ci auguriamo porti a confronti con nuove società e quindi a un’ipotesi di recupero di questi lavoratori» ha detto Anaclerio, che poi aggiunto: «Nel nostro territorio ci sono tanti opifici che potrebbero essere interessati alla Baritech: il fine ultimo dev’essere quello di creare e salvaguardare l’occupazione. Sono troppi i disoccupati e il nostro dovere è combattere questo stato di crisi, che porta anche a preoccuparci del futuro, come può essere quello che riguarda il settore dell’automotive. Ci auguriamo che, attraverso la collaborazione tra sigle, sindaci e Asi, si trovino nuovi investitori pronti a occuparsi di coloro che in questi mesi hanno perso il lavoro».

Per quanto riguarda la questione Tfr, invece, la situazione è delicata. La Baritech ha infatti proposto l’avvio di una trattazione individuale al fine di giungere ad un accordo e di pagare la liquidazione di ogni singolo lavoratore a rate. Saranno gli operai, a questo punto, a scegliere se accettare o meno la proposta della società. Alcuni di loro vorrebbero procedere a una contrattazione collettiva, ma su questo pare non ci sia accordo. «Stiamo aspettando di avere chiarimenti dall’azienda – ha detto Anaclerio -, a cui abbiamo chiesto le modalità di rateizzazione. Ovviamente saranno comunque i lavoratori a decidere se accettare o meno. Di certo tutti dovranno ricevere il loro Tfr e ciò che ancora manca, altrimenti gli avvocati procederanno di conseguenza».

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