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Il Governo è pronto ad assumere per “spingere” il Pnrr ma in Puglia non basterà

Assunzioni nella pubblica amministrazione, stabilizzazione dei precari, possibilità di trattenere in servizio chi va in pensione: ecco le misure inserite nella bozza di decreto legge che il governo Meloni dovrebbe approvare durante la seduta del Consiglio dei ministri in programma domani. L’obiettivo? Rafforzare gli enti pubblici direttamente coinvolti nell’attuazione del Pnrr, in modo tale da…

Assunzioni nella pubblica amministrazione, stabilizzazione dei precari, possibilità di trattenere in servizio chi va in pensione: ecco le misure inserite nella bozza di decreto legge che il governo Meloni dovrebbe approvare durante la seduta del Consiglio dei ministri in programma domani. L’obiettivo? Rafforzare gli enti pubblici direttamente coinvolti nell’attuazione del Pnrr, in modo tale da centrare tutti gli obiettivi fissati fino al 2026.

Nel testo sono previste oltre 3mila assunzioni: in arrivo 1.300 unità di personale nei Ministeri, mentre altre 1.700 sono destinate alle forze dell’ordine. All’orizzonte anche la stabilizzazione dei precari che hanno lavorato, per almeno tre anni, in Regioni, Province e Comuni: questi enti potranno procedere alla stabilizzazione, fino al 31 dicembre 2026, di quanti abbiano superato i 36 mesi a tempo determinato, nei limiti della pianta organica e previo superamento di un colloquio selettivo.

La bozza del decreto prevede pure la possibilità che le amministrazioni pubbliche trattengano in servizio il personale dirigenziale “in possesso di specifiche professionalità” oppure conferiscano “incarichi dirigenziali o direttivi retribuiti al personale collocato in quiescenza, per un periodo non superiore a due anni e comunque in misura non superiore al 10 per cento delle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente”.

Sono molte, dunque, le pubbliche amministrazioni che avranno la possibilità di rafforzare i propri organici. Quanto alla Puglia, il decreto allo studio del governo Meloni potrebbe dare un po’ di ossigeno agli enti pubblici ai quali, in media, manca il 25% dei dipendenti indicati dalle piante organiche. Secondo i vertici della Cgil Fp, tuttavia, non basterà. E il motivo è presto detto: alle pubbliche amministrazioni pugliesi mancano 5mila unità per quanto riguarda funzioni centrali come Inps e Ministeri, e altrettante tra Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni. «È evidente – sottolinea Domenico Ficco, segretario della Cgil Fp pugliese -che 3mila assunzioni in tutta Italia sono inutili, se non addirittura ridicole, a fronte di carenze di organico come quelle che abbiamo nella nostra regione. La strategia del governo Meloni può rispondere all’esigenza di accelerare sul Pnrr, ma di certo non risolve i problemi strutturali».

Per la Regione, poi, c’ è un paradosso. L’ente di via Gentile ha a disposizione 1.900 laureati, risultati idonei al termine dei 27 concorsi banditi negli ultimi tempi, che potrebbero coprire il fabbisogno di personale non solo della stessa Puglia, ma anche di altre pubbliche amministrazioni. Per far sì che entrino in servizio, però, serve una nuova convenzione tra Puglia, amministrazioni locali e agenzie regionali che tarda ad arrivare. «Perciò – evidenzia Michele Picaro, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – sarebbe utile un concorso unico, con protocolli stipulati ex ante con le varie amministrazioni, in modo tale da sbloccare le graduatorie e limitare il dispendio di denaro pubblico».

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