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A Sarzana ‘Pablo Picasso, le origini del mito’

(Adnkronos) - Nel Cinquantesimo anniversario della morte di Pablo Picasso (Malaga, 25 ottobre 1881 - Mougins, 8 aprile 1973), il Comune di Sarzana con l’organizzazione di Paloma, un progetto di Comediarting, e in collaborazione con il ‘Museo Casa Natal Picasso de Málaga’, dedicano una mostra a uno dei più grandi geni del XX secolo dal…

(Adnkronos) – Nel Cinquantesimo anniversario della morte di Pablo Picasso (Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973), il Comune di Sarzana con l’organizzazione di Paloma, un progetto di Comediarting, e in collaborazione con il ‘Museo Casa Natal Picasso de Málaga’, dedicano una mostra a uno dei più grandi geni del XX secolo dal titolo ‘Pablo Picasso, le origini del mito’.
 

L’esposizione, che si apre proprio l’8 aprile, a cinquant’anni dalla morte del Maestro, si unisce alle commemorazioni delle più importanti istituzioni e musei di Europa e degli Stati Uniti, ed è uno dei pochi progetti culturali organizzati in Italia. “La famiglia di Picasso era ligure ed è quindi una mostra che acquista anche per questo un significato ancora più profondo, si tratta di un ritorno alle origini – spiega la curatrice della mostra Lola Durán Úcar – Se c’è qualcosa che possa arrivare a spiegare la complessa personalità di Picasso è la sua passione, la sua curiosità, il suo immenso affanno di conoscere e sperimentare. Picasso utilizza un marcato e inconfondibile linguaggio pittorico, pieno di genialità, che ha rivoluzionato il ventesimo secolo, e lo ha fatto diventare un mito”. 

La mostra, alla Fortezza Firmafede di Sarzana in Liguria dall’8 aprile al 16 luglio 2023, è un racconto completo del percorso artistico di Picasso. In esposizione 18 fotografie alcune realizzate da Juan Gyenes, provenienti dall’Archivio Gyenes e altre da Robert Capa oltre a litografie, acquetinte, acqueforti, puntesecche, ceramiche e il famoso dipinto Tête de femme. 

L’opera grafica ripercorre l’intero percorso artistico del maestro, dalle prime opere, realizzate a Parigi, intorno ai primi del Novecento, quando cercava di farsi strada come artista fino a quelle realizzate al termine della sua vita, quando si ritirò nella villa a La Californie in Costa Azzurra e ritrasse la giovane moglie Jacqueline Roque e al contempo indagò il tema della terra e del fuoco, creando alcuni bellissimi pezzi di ceramica, molti dei quali qui esposti. 

“A cinquant’anni dalla scomparsa di uno dei più grandi geni del nostro tempo – dichiara Cristina Ponzanelli Sindaco di Sarzana – Sarzana omaggia Picasso con una grande mostra che l’affianca alle grandi città e ai musei d’arte contemporanea più importanti al mondo. Siamo orgogliosi di ospitare un evento come questo, che è la celebrazione di un percorso cominciato quattro anni fa e che vede Sarzana sempre più protagonista tra le città d’arte a livello nazionale e non solo. Questa proposta, che accoglierà opere e contributi straordinari, è rivolta sia ai sarzanesi che ai turisti, sempre più presenti da ogni parte del mondo, che possano riconoscere Sarzana come una gemma sempre più preziosa. L’a cultura è sempre il miglior linguaggio per raccontare una Città, e aprire la Fortezza Firmafede alla contemporaneità è la testimonianza più forte che la nostra Sarzana non si barrica nelle trincee del passato, ma recepisce e rilancia gli stimoli che l’arte è in grado di produrre. Complimenti alla curatrice e a chi ha lavorato per rendere possibile questo grande evento”. 

La mostra è composta da un insieme d’incisioni appartenenti alle serie più importanti, la Barcelona Suite e la Suite des Saltimbanques, la Tauromaquia o arte de torear e Dans l’Atelier, da una selezione di ceramiche e da un meraviglioso olio Tête de femme, l’opera ispirata a una delle sue muse amanti, Dora Maar. L’allestimento è arricchito da alcune fotografie di Robert Capa e altre di Juan Gyenes, che raccontano la quotidianità del grande maestro. 

L’attività di incisore di Picasso è una delle più importanti della sua carriera. Il lavoro grafico rispecchia tutte le fasi creative dell’artista ed è proprio lì che si apprezza al meglio il suo talento tenace e appassionato. Con le serie della Barcelona Suite e la Suite des Saltimbanques, il visitatore si avvicinerà ai primi anni di creazione di Picasso, la Parigi bohémien di Montmartre, il malinconico periodo blu o il ben più dolce periodo rosa. Camminerà tra i ritratti di giovani donne, ammirerà le scene del circo e si ritroverà davanti la figura dell’Arlecchino, ripreso dalla commedia dell’arte. La tauromaquia o arte de torear, rappresentano, invece, il tema della corrida, una delle grandi passioni di Picasso. La corrida era un luogo per lui legato sia all’infanzia, quando l’artista si recava all’arena con suo padre a Malaga, che alla nostalgia per il suo Paese di origine, la Spagna. Nella prima di queste serie Picasso rende omaggio anche a Francisco de Goya, pittore che alcuni secoli prima aveva illustrato il destino di Pepe Hillo. Un’altra serie presente in mostra è Dans l’Atelier, un insieme di litografie e riproduzioni litografiche pubblicate nel 1957 a La Californie, la casa-studio che acquistò nel 1955 sedotto dal suo isolamento e dalla splendida vista sulla baia di Cannes e che ha condiviso con Jacqueline Roque. Qui arte e vita si incrociano: a La Californie Picasso studia, lavora e incontra amici e visitatori. In Dans l’Atelier vari temi concorrono e dialogano tra loro; è il caso delle nature morte, il genere più importante nella pittura di Picasso dopo la rappresentazione della figura.  

Il carattere curioso e irrequieto porta Picasso, già uomo maturo, a cimentarsi nel campo della ceramica. Picasso si dedicò all’arte della ceramica con la passione di un bambino e l’abilità dell’artista. L’argilla come materia prima e la sua trasformazione come metodo di lavoro lo portarono alla scoperta di un nuovo linguaggio. Picasso reinventò la forma e affrontò la decorazione di vasi, piatti o mattonelle, nello stesso modo nel quale aveva potuto reinventare l’incisione o la pittura Le sue ceramiche riprendono temi già rappresentati su tela e carta. Emerge così un universo popolato di fauni, colombe, volti femminili, minotauri o corride, che abitano piatti, brocche e vasi. Senza dubbio il tema taurino, come nel resto della sua opera, finirà per essere uno dei più importanti all’interno della sua produzione ceramica. 

Nel corso della sua vita, Picasso sviluppò un ampio corpus di opere strettamente legate alla sua vita personale in cui le donne giocarono un ruolo decisivo. Ecco perché la presenza femminile è così frequente nella produzione artistica di Picasso, che si tratti di ritratti, nudi o idealizzazioni. Si tratta di donne identificabili, reali, che diventano muse o modelle dell’artista nel corso della relazione sentimentale. Questo ritratto raffigura Dora Maar (Henriette Theodora Markovitch), pittrice e fotografa che fu sua compagna tra il 1936 e il 1943. I biografi la descrivono come una donna indipendente, politicamente impegnata, intellettuale ed enigmatica. I due artisti condivisero un periodo di grande passione e intesa intellettuale, non privo però di forti turbolenze. Il periodo di convivenza coincide infatti con un periodo particolarmente tragico: la guerra civile spagnola e la Seconda Guerra Mondiale sono momenti di angoscia e paura, momenti convulsi che si riflettono nella pittura di Picasso. L’artista a volte la ritrae serenamente, ma altre volte ne distorce il volto, come nel caso Tête de femme che è l’ultimo di una serie di quattro ritratti realizzati il 3 giugno 1943 esposti in mostra.  

La mostra presenta una selezione di nove fotografie scattate da Robert Capa (Budapest, Ungheria, 22 ottobre 1913 – Thái Binh,Vietnam, 25 maggio 1954) alla famiglia Picasso in vacanza a Golfe Juan, in Francia, nell’agosto del 1948. Capa, che aveva conosciuto Françoise Gilot anni prima a Parigi, cattura il lato più intimo dell’artista, con la sua amata e il figlio Claude, il primo figlio della coppia. Giocano sulla spiaggia davanti alle acque calme della Costa Azzurra, passeggiano e si divertono, in istantanee che ci trasportano nei momenti più personali di Picasso, fuori dal suo studio e dal suo universo creativo. 

L’allestimento presenta inoltre una selezione di nove fotografie di Pablo Picasso provenienti dal lascito Gyenes del Museo Casa Natal Picasso di Malaga. Juan Gyenes (21 ottobre 1912 – 18 maggio 1995) fu un fotografo di origine ungherese, considerato un maestro della luce, un classico dell’arte fotografica spagnola. In questa mostra sono state selezionate alcune istantanee che corrispondono a tre incontri tra Picasso e Gyenes. 

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