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Matera, aggressione al Comune: la testimonianza di un impiegato

È agli arresti domiciliari l’uomo, di 47 anni, con problemi psichiatrici che ieri mattina, all’interno della municipio di Matera, ha minacciato con un coltello un’impiegata comunale. Le accuse sono di violenza privata, lesioni personali e porto abusivo di arma da taglio.L’episodio è avvenuto intorno alle 11.30, al quinto piano del Comune della città dei Sassi.…

È agli arresti domiciliari l’uomo, di 47 anni, con problemi psichiatrici che ieri mattina, all’interno della municipio di Matera, ha minacciato con un coltello un’impiegata comunale. Le accuse sono di violenza privata, lesioni personali e porto abusivo di arma da taglio.
L’episodio è avvenuto intorno alle 11.30, al quinto piano del Comune della città dei Sassi. Tanti e intensi sono stati gli attimi di paura con l’individuo che, con il passare dei minuti, diventata sempre più nervoso. Si è cercato di calmarlo, anche perché, a quanto pare, il soggetto ha sempre garantito di non voler fare male a nessuno. Poi finalmente la lucidità e il lieto fine.
Il 47enne ha cercato di giustificarsi con gli agenti della polizia locale, assicurando che l’obiettivo era esclusivamente quello di parlare con il procuratore della Repubblica di Matera per denunciare un presunto caso di malasanità. Per la dipendente comunale, assistita dal 118, fortunatamente solo un lieve stato di choc, ma tutti i colleghi che hanno fatto quadrato intorno a lei erano visibilmente scossi dall’accaduto.
«Abbiamo notato questa figura che si aggirava nel corridoio del quinto piano e ogni tanto si affacciava sull’uscio del nostro ufficio. Lì per lì non ci abbiamo dato peso perché capita spesso che, per un motivo o per un altro, ci sia un viavai di cittadini in prossimità delle stanze – ha esordito Carlo (nome di fantasia per tutelare l’anonimato di una delle persone che si trovavano nella stanza) -. Dopo l’ennesima volta che questo soggetto si è avvicinato gli abbiamo chiesto se potessimo essergli di aiuto. Lui, quasi scusandosi per lo spavento che ci avrebbe provocato, è entrato, ha immobilizzato la collega più vicina all’ingresso, ha estratto un coltello dalla tasca del pantalone e glielo ha puntato alla gola».
I diretti interessati hanno mantenuto il sangue freddo: «Siamo stati lucidi nel chiamare immediatamente il 112 e nel distrarre l’aggressore per consentire alla collega di divincolarsi. Nel frattempo, ci hanno raggiunto altri colleghi attirati dalle grida che ci hanno aiutato a calmare questo individuo sino all’arrivo delle forze dell’ordine».
Così come già scritto, l’idea non era quella di fare male: «Il soggetto ha sempre precisato di non voler farci del male. La sua missione era quella di compiere un atto dimostrativo per richiamare l’attenzione su un presunto caso di malasanità che lo riguardava. D’altronde se avesse voluto farci del male avrebbe potuto farlo… anche perché noi non avremmo main potuto aiutarlo».
Sulla questione è intervenuto anche il sindaco, Domenico Bennardi: «Un plauso al sangue freddo e all’autocontrollo dei dipendenti che hanno aiutato la collega, con Polizia locale e forze dell’ordine. Tutti hanno evitato che l’accaduto potesse degenerare in qualcosa di più grave».

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