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Sanità, in Puglia il disavanzo è diventato strutturale, direttori generali a rischio: chi sbaglia va a casa

Traballano le poltrone dei direttori generali delle dieci aziende sanitarie pugliesi. I manager sono finiti sulla graticola dopo la scoperta di un cratere da 450 milioni di euro nei bilanci della sanità. Un disavanzo che è diventato strutturale e che, sostengono dagli uffici dell’assessorato alla salute, sia in parte ascrivibile alle gestioni di Asl, sanità…

Traballano le poltrone dei direttori generali delle dieci aziende sanitarie pugliesi. I manager sono finiti sulla graticola dopo la scoperta di un cratere da 450 milioni di euro nei bilanci della sanità.

Un disavanzo che è diventato strutturale e che, sostengono dagli uffici dell’assessorato alla salute, sia in parte ascrivibile alle gestioni di Asl, sanità service e grandi ospedali.

Nel 2022, infatti, sono emerse una valanga di affidamenti sospetti finanziati con i fondi Lea, quelli dedicati esclusivamente ai livelli essenziali di assistenza. Soldi utilizzati (si parla di una cifra di circa 76 milioni di euro) per lavori di ristrutturazione, promozioni o inquadramento di personale, acquisto di auto, beni e servizi spesso con affidamenti precedenti alle delibere di spesa che inevitabilmente sono sfuggite ai controlli.

Di qui l’ipotesi di siluramenti e teste che rotolano ai vertici delle direzioni strategiche. Non solo direttori generali, ma anche amministrativi e sanitari corresponsabili delle gestioni. Le rimozioni, però, richiedono tempo per rispettare gli adempimenti previsti dalle leggi e dai contratti dei Dg. Ad esempio si potrebbe utilizzare la finestra della verifica di metà mandato, una sorta di pagella sull’operato dei vertici aziendali, ma l’esame è fissato a settembre. In alternativa utilizzare la tagliola prevista dalla legge pugliese per la mancata riduzione della spesa farmaceutica, o, ancora, l’eventuale inadempimento relativo all’invio entro fine mese dei piani di abbattimento delle liste d’attesa da parte di ognuna delle aziende sanitarie.

In ogni caso, però, va aperto un procedimento disciplinare ed una fase di contestazioni e controdeduzioni che porterebbe via molti mesi. Più probabile, allora, la strada di lasciare al loro posto i manager, salvando i loro posti, ma chiedendo loro in cambio impegni e risultati concreti di qui alla fine del 2023. Per questo lunedì 3 aprile i dieci direttori generali sono stati convocati d’urgenza al palazzo regionale di via Gentile (Sala A) per un vertice con il governatore Emiliano e l’assessore alla Salute Palese. Un incontro in cui saranno illustrate le misure della delibera regionale taglia sprechi, approvata l’altro giorno, che impone risparmi per circa 200 milioni di euro entro il 2023 ed interventi per riequilibrare i conti per il 2024.

Già noto l’ultimatum che sarà rivolto ai manager: «Da oggi si volta pagina e d’ora in poi chi sbaglia va a casa». Una vera e propria spada di Damocle con una tagliola su tutte le uscite: assunzioni, che dovranno essere autorizzate dalla giunta, riduzione della spesa farmaceutica, stop ad acquisti ed investimenti in assenza di fondi specifici su cui comunque va chiesto il permesso scritto alla giunta regionale.
l.iac.

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