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NewO, il Comune di Bari prepara il ricorso al Tar ma dimentica il passato

Il Comune di Bari presenterà ricorso al Tar contro il provvedimento di proroga quinquennale della Valutazione di impatto ambientale adottato dalla Regione Puglia relativamente all’impianto di ossicombustione NewO, che dovrebbe sorgere nella zona industriale del capoluogo pugliese, a confine con il Comune di Modugno. A deciderlo è stata la giunta comunale, che in una nota…

Il Comune di Bari presenterà ricorso al Tar contro il provvedimento di proroga quinquennale della Valutazione di impatto ambientale adottato dalla Regione Puglia relativamente all’impianto di ossicombustione NewO, che dovrebbe sorgere nella zona industriale del capoluogo pugliese, a confine con il Comune di Modugno. A deciderlo è stata la giunta comunale, che in una nota ha spiegato come la determina sia «stata adottata dagli uffici regionali senza il minino approfondimento istruttorio». La nota diffusa da Palazzo di Città evidenzia che «la procedura avrebbe dovuto approfondire con attenzione tutti gli aspetti critici emersi con riguardo a tale iniziativa industriale, specie in merito alla presenza o meno dell’impianto all’interno della pianificazione regionale dei rifiuti urbani, più volte esclusa dalla stessa Regione. Viceversa – si legge ancora – la proroga della Via dà per scontato che l’impianto tratterà rifiuti provenienti dal ciclo urbano, dopo il primo trattamento di Amiu, in assoluto contrasto quindi con la pianificazione regionale».

Tutto giusto, se non ci fosse un ma. A novembre del 2017, infatti, la ripartizione Urbanistica ed edilizia privata del Comune di Bari dette parere favorevole alla realizzazione dell’impianto di ossicombustione. Il giorno dopo anche la ripartizione Tutela ambiente, sanità e igiene, confermava il benestare dell’amministrazione comunale, a patto che la NewO avesse provveduto a rendere disponibile al Comune 10 mila metri cubi all’anno di acqua pulita, derivante dai cicli di condensazione, oltre che cedere allo stesso una quota minima di 500 megawattori all’anno di energia elettrica prodotta grazie al ciclo termico dell’impianto. In più la NewO avrebbe dovuto realizzare una stazione pubblica di ricarica veloce delle auto elettriche. Nei paraggi dell’impianto, infine, la società avrebbe dovuto provvedere a creare un’area giochi attrezzata per bambini.

Lo stesso sindaco Antonio Decaro, nella seduta del Consiglio comunale del 12 febbraio 2018, votò contro l’ordine del giorno (poi non approvato) proposto dall’allora consigliera Melini, che si opponeva alla realizzazione dell’impianto di ossicombustione. Stessa sorte è toccata all’ordine del giorno promosso nella medesima seduta dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, che chiedeva al sindaco di mettere in atto ogni azione volta a impedire la costruzione di impianti di incenerimento nel territorio comunale. Pure questa volta il sindaco, insieme ai componenti della sua maggioranza, votò contro.

Questa sarebbe la seconda battaglia giudiziaria contro l’impianto della zona industriale. Già a luglio dello scorso anno, infatti, il Consiglio di Stato aveva ribaltato una sentenza del Tar Puglia, che a sua volta aveva annullato l’autorizzazione regionale del 2018 – ora prorogata – ma che non presentava vizi di illegittimità e non era in contrasto con la programmazione nazionale e regionale in materia di rifiuti. Numerose sono le associazioni che si oppongono alla realizzazione dell’impianto, primo tra tutte il “Comitato no inceneritore”, guidato dalla docente Corsina Depalo.

È necessario ricordare che dall’inizio di questo dibattito è stata avviata una conferenza di servizi (ancora attiva). Nell’ambito di questa gli imprenditori della zona industriale – che non si oppongono a priori all’opera – hanno di recente chiesto di essere coinvolti per conoscere e approfondire il progetto della NewO.

(ha collaborato Roberta Marinelli)

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