«Anche se non sono più un ragazzino mi sento ancora il Raffaele Riefoli di Margherita di Savoia» dice sorridendo Raf che ha da poco annunciato “La mia casa tour”, un viaggio itinerante tra i palchi più importanti d’Italia che inizierà proprio dalla Puglia l’11 maggio a Taranto e il 12 maggio a Bari.
A 17 anni hai lasciato la Puglia per seguire l’amore, hai mai pensato di tornare stabilmente nella tua terra?
«È vero, l’amore mi ha dato la scossa per lasciare la mia terra, ma in realtà cercavo posti dove poter suonare. La musica era il mio interesse primario, a Margherita di Savoia non avrei avuto opportunità ma in generale in tutta la Puglia, mentre ora è un grande serbatoio di talenti. Sono letteralmente andato in giro per il mondo. La mia prima tappa è stata Firenze per completare gli studi. i primi anni sono stati durissimi e c’è stato un momento in cui ho pensato di tornare nella mia confort zone, ma ha prevalso la voglia di avventura e di cercare di realizzare il mio sogno. Ormai sono passati tantissimi anni, sono un signore di una certa età e la mia vita adesso è altrove».
Vivendo quasi tutto l’anno in Florida c’è qualcosa che le manca della sua terra?
«Può sembrare scontato, ma prima tra tutti sento tanto la mancanza del cibo pugliese. Come si fa a non amarlo, è una terra così ricca di sapori. La Florida un po’ le somiglia, tutta Ocean Drive di Miami mi ricorda il lungomare di Margherita di Savoia. Io quando passeggio mi tornano sempre in mente le passeggiate in famiglia a Margherita. Ma sapori della mia terra sono impareggiabili. Pensa che quando ho portato per la prima volta mia moglie a spasso per la Puglia è rimasta sbalordita. Ora ogni volta che ci torniamo stiamo attenti alla linea».
Però l’accento sembra averlo perso del tutto…
«Sono andato via giovane, ma ti posso assicurare che quando mi arrabbio esce tutto il pugliese che c’è in me. E in generale la sostanza non l’ho mai persa».
Il suo è un ritorno molto atteso. C’è stata la parentesi del tour con Umberto Tozzi. Siete grandi amici?
«Si, ottimi amici. Ci somigliamo molto, siamo molto introversi e lo facciamo solo quando ne vale la pena. Rispetto e ammirazione anche dal punto di vista artistico sono le chiavi della nostra grande e meravigliosa amicizia che dura da un bel po’ di anni. Pensa che siamo stati anche vicini di casa. Poi non ultimo questo tour stupendo in giro per l’Italia e quando è finito ci è scesa una lacrimuccia».
Prima di diventare il Raf che tutti conosciamo, Raffaele Riefoli chi era?
«Quel Raffaele Riefoli non se n’è andato mai, anzi. Ma è stato un bel salto per me passare da ragazzo di provincia a pop star prima della canzone prima internazionale e poi italiana. Non ti nascondo che questo cambiamento mi ha comportato anche parecchi scompensi psicologici, non ero per nulla preparato a tutto questo. Con il tempo mi sono abituato e ho preso le misure con la mia nuova realtà. Quando prima ti ho detto “è la sostanza quella che rimane” è perchè in realtà anche se non sono più un ragazzino mi sento ancora il Raffaele Riefoli di Margherita di Savoia. Ero e sono un sognatore idealista, volevo un mondo migliore per me stesso ma più in generale per gli altri. Nella sostanza poi niente è cambiato».
Il suo tour ha un nome iconico. Cosa si dovrà aspettare il suo pubblico?
«“La mia casa” è un concept che comprende un album che uscirà presumibilmente dopo l’estate. Ma è anche un titolo di un libro, e c’è anche un progetto per un docu-film. “La mia casa” parla di me, della mia vita, dei miei viaggi, della musica, del mio essere sognatore e vicino al sociale. È tutto quello che mi rappresenta e parla di me a 360 gradi. In scaletta ci saranno sicuramente i grandi successi del passato ma anche tutte quelle canzoni che non ho potuto fare in questi anni perchè dovevo dividermi la scaletta a metà con Umberto. Questa volta non “sacrificherò” nessuna canzone e piccolo spoiler ci sarà anche qualche inedito».
C’è qualche canzone che non vede l’ora di cantare sul palco?
«Risposta scontata ma sincera? Tutte, sono felice come un bambino».