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Case green, stangata da 60mila euro per pugliesi e lucani: costi raddoppiati per abitazioni singole e villini

Non bastava lo stop ai motori a benzina e diesel che, già prima della data prevista per la loro messa al bando e cioè dal 2035, costringerà milioni di persone a sborsare cifre blu per acquistare nuove automobili elettriche o alimentate da e-fuel e biocarburanti. All’orizzonte, per pugliesi e lucani così come per il resto…

Non bastava lo stop ai motori a benzina e diesel che, già prima della data prevista per la loro messa al bando e cioè dal 2035, costringerà milioni di persone a sborsare cifre blu per acquistare nuove automobili elettriche o alimentate da e-fuel e biocarburanti. All’orizzonte, per pugliesi e lucani così come per il resto degli abitanti del resto d’Italia e d’Europa, c’è una stangata da circa 60mila euro. Sì, proprio così, avete capito bene. A tanto ammonta la cifra media che i proprietari di casa dovranno sborsare per portare un appartamento dalla classe di prestazione energetica G a quella D, obiettivo che per i vertici dell’Unione europea dovrà essere centrato nel giro di dieci anni, cioè entro il 2033. A calcolarlo è Silvi Costruzioni Edili, azienda specializzata nella costruzione e nella manutenzione di fabbricati, in un dossier stilato in collaborazione con il Centro internazionale di ricerca sociale (Icsr).

Sulla base dei dati forniti da Istat, Agenzia delle entrate (catasto), Enea e Politecnico di Milano, gli esperti hanno calcolato la spesa che ciascun proprietario dovrà sostenere per mettersi in regola dal punto di vista dell’efficienza energetica. E così, in un edificio-tipo di quattro piani fuori terra a circa 400 metri sul livello del mare e costruito negli anni Ottanta, con appartamenti della superficie media di cento metri quadrati, il passaggio dalla classe G a quella D costerà mediamente 60mila euro: ecco la cifra minima che bisognerà investire per modificare involucro esterno, pareti, copertura e solaio in modo tale da rendere il fabbricato “a emissioni zero”. Solo la spesa per coibentare l’appartamento potrebbe aggirarsi sui 36mila euro. Ma anche le caldaie andranno sostituite perché dovranno essere necessariamente “green”, cioè supportate da un impianto fotovoltaico e non più alimentate da combustibili fossili. Qualora all’efficientamento energetico si volesse poi aggiungere la riqualificazione sismica, i rafforzamenti locali, l’antiribaltamento dei paramenti esterni e il ripristino di parti ammalorate farebbero lievitare la spesa di 50mila euro per ogni appartamento costruito in zona sismica 1 e 2. Stime che anche l’Ance di Bari e Bat giudica «credibili e corrette, alla luce degli attuali valori di mercato». Nell’ipotesi di una casa singola e non di un appartamento, a parità di superficie i costi raddoppiano e addirittura triplicano se si tratta dell’adeguamento di un villino di circa 200 metri quadrati in classe G, per il quale si può arrivare a sborsare anche 180mila euro.

In generale, comunque, per fare della propria casa un’abitazione “green” sarà indispensabile almeno sostituire gli infissi e le caldaie, dotare l’edificio del cosiddetto “cappotto termico” e installare i pannelli fotovoltaici. «I costi sono davvero ingenti e il 2030 è troppo vicino – sottolinea Gianni Silvi, ceo di Silvi Costruzioni Edili – Per questo motivo ci auguriamo tutti che l’Unione europea possa concedere più tempo prima di arrivare agli obiettivi previsti e che possano essere introdotte nuove forme di bonus edilizi in grado di aiutare gli italiani, a cominciare dai pugliesi e dai lucani, a portare a termine con successo gli interventi necessari».

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