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Brindisi, incontro con l’ex sacerdote scomunicato. Il vescovo: «Chi lo ascolta dovrà chiedere l’assoluzione»

Commette peccato, mortale, ed è “tenuto a chiedere l’assoluzione al confessore” chi ieri ha partecipato, nonostante fosse stato avvertito, all’incontro organizzato a Brindisi presso l’hotel Palazzo Virgilio, con Enrico Bernasconi. Il “signor” Enrico Bernasconi, come scrivono dalla Diocesi di Brindisi-Ostuni, è un ex sacerdote incorso ipso facto nella scomunica latae sententiae, per aver affermato, nel…

Commette peccato, mortale, ed è “tenuto a chiedere l’assoluzione al confessore” chi ieri ha partecipato, nonostante fosse stato avvertito, all’incontro organizzato a Brindisi presso l’hotel Palazzo Virgilio, con Enrico Bernasconi.

Il “signor” Enrico Bernasconi, come scrivono dalla Diocesi di Brindisi-Ostuni, è un ex sacerdote incorso ipso facto nella scomunica latae sententiae, per aver affermato, nel 2020, che il vero papa è Benedetto XVI (allora era ancora in vita) e non papa Bergoglio. In sostanza, non riconosce l’autorità spirituale dell’attuale pontefice, papa Francesco.

Dopo due giorni dalla sua sconvolgente affermazione arrivò l’ammonizione canonica, a seguire il processo di scomunica: “non essendoci stato fino ad oggi alcun atto di pentimento e di ritrattazione da parte del signor Bernasconi – chiariscono oggi dalla Diocesi brindisina – egli permane fuori dalla comunione ecclesiale”.

Pertanto l’Arcivescovo monsignor Giovanni Intini, appreso dell’incontro dai social, rende noto, nel caso non fosse ancora chiaro, “ai presbiteri, diaconi, consacrati e consacrate e fedeli tutti che il signor Bernasconi non è in comunione con la Chiesa universale e quindi non può esercitare in modo legittimo il ministero presbiterale (le Celebrazioni da lui presiedute e i Sacramenti da lui amministrati sono illeciti e nessun fedele può e deve prendervi parte)”.

Per poi sentenziare: “Chi vi partecipa cade in peccato mortale ed è tenuto a chiedere l’assoluzione al confessore”. Si invitano quindi i fedeli, “che hanno a cuore la Comunione Ecclesiale, a non prender parte a tale incontro. Altresì è fatto divieto ai presbiteri parroci e rettori di chiese, amministratori parrocchiali e superiori di istituti religiosi – per essere precisi – di concedere al suddetto signor Bernasconi luoghi di culto e spazi interni o esterni di proprietà di enti ecclesiastici”.

In allarme, oltre a monsignor Giovanni Intini e ai suoi collaboratori, è stata la Diocesi di San Severo, con una nota inviata ai colleghi. Bernasconi, infatti, era sacerdote nel Foggiano.

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