Il quesito n. 4 (scheda grigia) della ormai prossima consultazione referendaria con l’eliminazione dell’avverbio “esclusivamente” punta ad abrogare la limitazione che disciplina le competenze dei componenti non togati (avvocati e professori universitari) dei Consigli giudiziari distrettuali.
Può essere utile fornire qualche sintetica informazione su questi organismi territoriali distrettuali. Sono presieduti dal presidente della Corte di Appello e composti da magistrati togati, da avvocati nominati dal Consiglio nazionale forense su proposta dei locali Consigli degli Ordini, che abbiano almeno dieci anni di anzianità professionale, e da professori universitari di materia giuridica col compito di formulare pareri sulla formazione delle tabelle degli uffici giudiziari distrettuali, nonché sui provvedimenti relativi alle carriere e all’assegnazione degli affari giudiziari anche a titolo consultivo dell’attività del Consiglio Superiore della Magistratura. Come anticipato in premessa lo scopo del referendum è cancellare la limitazione della partecipazione dei componenti non togati, i quali, pur variando in numero assoluto da tre a sei a seconda del numero dei magistrati del distretto, non superano mai il terzo della composizione effettiva del Consiglio; i componenti non togati sono oggi esclusi dai pareri finalizzati alla valutazione di professionalità dei magistrati.
Tenuto conto dell’esiguità numerica della presenza dei non togati, le reazioni avverse di gran parte della magistratura che hanno lamentato l’attentato alla autonomia ed indipendenza della magistratura paiono del tutto ingiustificate. Del tutto condivisibili, invece, sono le osservazioni fornite da altra parte della magistratura che evidenzia come l’attuale sistema valutativo (introdotto nel 2006) debba essere riformato alla luce della quasi totalità di valutazioni di segno positivo che presupporrebbero un sistema pressoché perfetto, mentre sussistono opacità e criticità evidenti emerse in modo eclatante in questi ultimi anni.
La valutazione di professionalità dei magistrati è tema nevralgico per le sue evidenti implicazioni e ricadute e la partecipazione di avvocati e accademia potrebbe favorire maggiore trasparenza e fornire indicazioni utili al miglioramento del sistema giustizia.
Emiliana Olivieri è Avvocata del Foro di Torino