Non abbiamo preoccupazioni immediate, ma il nostro sguardo va oltre il breve periodo e l’esigenza di tutelare l’acqua rende indispensabile da parte di tutti adottare piccoli accorgimenti in grado di razionalizzare i consumi. Infatti, senza il concreto aiuto dei cittadini non è possibile trovare una soluzione di lunga durata rispetto ad un futuro che si prevede scarso in termini di disponibilità di acqua. Di fronte ad una situazione tanto complessa, con una diffusa scarsità di acqua che è il risultato diretto della crisi climatica e delle attività umane, la storica capacità di custodirla e di sapersi adattare alla siccità fanno la differenza in questa ulteriore crisi idrica che sta affrontando il Paese. Aqp ha intrapreso da anni una politica virtuosa, grazie al lavoro di squadra istituzionale introdotto con la Regione Puglia e l’Autorità Idrica Pugliese. Un percorso industriale, gestionale ed infrastrutturale (telecontrollo, risanamento reti, utilizzo di tecnologie innovative per la ricerca delle perdite, programma infrastrutturale di completamento delle interconnessioni fra gli schemi idrici della grande adduzione e ricerca di nuove fonti) di cui sono evidenti gli esiti.
Rispetto al 2008, quando vi fu una grave crisi idrica, ad oggi si sono resi disponibili circa 80 milioni si metri cubi annui di acqua in più, l’equivalente di un invaso delle dimensioni di quello di Conza. Grazie all’impegno tecnico di Aqp le più recenti crisi idriche (2017-2018 e in ultimo il 2020) non hanno generato sensibili disagi alle popolazioni servite.
Oggi non abbiamo preoccupazioni e non ne avremo sino a novembre: il contributo delle sorgenti è in linea con la media degli ultimi 10 anni e l’acqua complessivamente accumulata negli invasi è ad un livello leggermente superiore. Rimane la necessità di porre la massima attenzione, con un costante monitoraggio della situazione, perché da un lato la capacità complessiva di invaso nei laghi artificiali – non gestiti da Aqp – è comunque ridotta per obsolescenza infrastrutturale e, dall’altro, la capacità di compenso pluriennale è in gran parte non più presente. Aqp sta già studiando, in collaborazione con istituti scientifici, l’evoluzione nel medio e lungo termine dei rischi incombenti sulle infrastrutture e sulle fonti di approvvigionamento, che possono determinare riduzione della risorsa, deterioramento qualitativo, minacce strutturali dovute all’aumento di fenomeni meteo estremi. Lo scopo è di tarare al meglio il piano degli interventi infrastrutturali sul medio – lungo termine e la ricerca di nuove fonti da alte Regioni e Paesi (Abruzzo, Molise ed Albania). La realtà delle fonti di approvvigionamento idrico, che comporta già oggi grandi trasferimenti idrici tra territori, riguarderà presto l’Europa intera. In questo e nel futuro scenario l’utilizzo intelligente della risorsa sarà il modo vincente di superare le difficoltà. Il nostro sistema ha un vantaggio: è nato dalla “sete” ed è per questo resiliente. Per dare maggiore sicurezza e “resilienza” al sistema idropotabile, Aqp ha avviato la realizzazione del primo impianto di dissalazione su larga scala (produzione di 1000 l/s) in Italia. Grazie ad esso raggiungeremo due obiettivi: ridurremo l’utilizzo dei pozzi artesiani a tutela della falda e ci doteremo di una fonte in Puglia in modo da acquisire un po’ più di indipendenza dalle fonti extra-regione.
La pur necessaria ricerca di ulteriori risorse, tra la dissalazione e nuove fonti, sarà però solo una soluzione tampone se il sistema resterà squilibrato. Per ridurre ed attenuare la durezza della crisi climatica dobbiamo anzitutto agire su risparmio ed efficienza, avendo riguardo al sistema idrico e a quello energetico. L’effettivo utilizzo delle acque reflue depurate nei campi, nel verde cittadino e nei cicli produttivi delle industrie deve essere prioritario, ammodernando di pari passo le reti e gli impianti. Il sistema va ripensato e adattato in modo che ciascuno, in questa transizione, possa fare la sua parte. Tutti noi siamo chiamati ad evitare che lo squilibrio idrico sia tale da dover scegliere chi soddisfare, con una domanda eccedente le risorse disponibili. Per questo il piano strategico di Aqp al 2026 punta alla tutela della risorsa idrica con l’obiettivo di recuperare, non disperdendoli, 44 milioni di metri cubi di acqua; all’implementazione di un sistema di economia circolare con la gestione in house di 130 mila tonnellate di fanghi; all’ accelerazione sulla transizione energetica arrivando a produrre nel 2026 oltre 91 Gwh di energia da fonti rinnovabili autoprodotta. Per l’attuazione del piano investiamo 2.031 milioni di euro, di cui oltre l’85% dedicato a migliorare la qualità del servizio e alla mitigazione dell’impatto ambientale tramite la riduzione delle perdite e il raggiungimento di nuove frontiere tecnologiche nella depurazione.
Domenico Laforgia è presidente di Acquedotto pugliese
Bentornato,
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