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Multiproprietà: l’attenzione della Uefa e cosa dice il regolamento

Nelle ultime settimane si è tornati a parlare dell’argomento multiproprietà nel mondo del calcio in ragione di una dichiarazione del presidente Uefa Aleksander Ceferin, che ha riferito esserci «sempre più interesse verso le multiproprietà» lasciando intendere che la Uefa potrebbe tornare sulle regole sancite sul tema. Meno di un anno fa, il 28 Luglio 2022,…

Nelle ultime settimane si è tornati a parlare dell’argomento multiproprietà nel mondo del calcio in ragione di una dichiarazione del presidente Uefa Aleksander Ceferin, che ha riferito esserci «sempre più interesse verso le multiproprietà» lasciando intendere che la Uefa potrebbe tornare sulle regole sancite sul tema. Meno di un anno fa, il 28 Luglio 2022, era intervenuto il Consiglio Federale della Figc prorogando la scadenza per il divieto delle multiproprietà (anche per club non partecipanti allo stesso campionato) all’inizio della stagione 2028/2029, entro la quale chi controlla uno o più club dovrà dismettere proprietà e/o controllo di una delle sue società.

Ad oggi, in forza degli articoli 7, commi 7, 8 e 9 dello Statuto Figc e 16 bis delle Norme Organizzative Interne Figc (Noif), è vigente il divieto di multiproprietà all’interno dell’ordinamento federale sportivo italiano, in forza del quale non sono ammesse partecipazioni o gestioni di club che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in altre società appartenenti alla sfera professionistica: è il caso in cui una società (o un individuo) che controlla due o più club o si trovi in una posizione tale da influenzare la gestione, l’amministrazione e/o le prestazioni sportive di questi diversi club.

Alla situazione di multiproprietà dovrà porsi fine quando i club controllati entrano a far parte dello stesso campionato entro e non oltre cinque giorni prima del termine previsto per la presentazione della domanda di ammissione al campionato, e in ogni caso, anche per club non partecipanti alla stessa lega, entro la stagione 2028/2029.

Il compito di controllo sulla titolarità di molteplici interessenze in capo a un medesimo soggetto è affidato alla Federcalcio dagli Statuti Fifa, i quali impongono alla federazione affiliata l’obbligo di garantire che né una persona fisica né una persona giuridica (comprese le holding e le società da essa controllate) eserciti, in alcun modo, il controllo su più di un club (in particolare attraverso la detenzione della maggioranza del capitale sociale, della maggioranza dei diritti di voto in assemblea, il diritto di designare la maggioranza del consiglio di amministrazione della società o attraverso qualsiasi altra forma di dipendenza o controllo economico), ogniqualvolta l’integrità di una partita o competizione possa essere compromessa.

A tal proposito si segnala che – a differenza di quanto avveniva precedentemente – il nuovo dettato regolamentare nazionale non prevede più una dettagliata definizione di “posizione di controllo”, ma si limita esclusivamente a vietare ad un soggetto, al suo coniuge, o ai suoi parenti o affini entro il quarto grado di detenere, anche indirettamente, “partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo” in un’altra società del settore professionistico. Le norme in esame sono recentemente tornate di grande rilevanza in quanto il fenomeno della multiproprietà stava trovando una notevole diffusione anche in ambito nazionale.

Si pensi, ad esempio, alle recenti vicende della Salernitana, nel 2022 sotto scrutinio della Figc, perché ammessa a partecipare alla Serie A nonostante fosse controllata dal coniuge, dal cognato e dal figlio di Claudio Lotito, presidente della Lazio. La vicenda era stata risolta con la delibera del Consiglio Federale del 20 maggio 2022 con cui la Figc invitava il presidente Lotito a porre fine alla permanenza del controllo esercitato sulla Lazio e sulla Salernitana, a cui era seguita la decisione del presidente Lotito di costituire un trust funzionale alla vendita della Salernitana, poi perfezionatasi a fine 2022 in favore di Danilo Iervolino.

Ad oggi sono ancora due i casi di multiproprietà all’interno dei campionati professionistici italiani. Si tratta del Napoli e del Bari (riconducibili ad Aurelio De Laurentiis) e del Verona e del Mantova (riconducibili a Maurizio Setti). Gli attuali proprietari di Napoli e Bari, in particolare, erano stati molto critici nei confronti della decisione della Federazione di porre fine alla multiproprietà nel calcio e avevano deciso di adire il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni contro la decisione del Consiglio Federale. Tuttavia, a seguito del prolungamento del termine dell’articolo 16 bis Noif, inizialmente prevista per la stagione 2024/2025, sono state ritirate le azioni legali e i presidenti si sono detti soddisfatti di avere ottenuto un periodo di tempo più lungo per potere dismettere le partecipazioni che attualmente detengono. Periodo di tempo che in realtà potrebbe drasticamente abbreviarsi nel caso in cui il Bari, nella stagione in corso, riesca a raggiungere la tanto agognata promozione in Serie A.

Federico Venturi è avvocato – Ferriolo Partner, Head of Sport di LCA Studio Legale

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