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Arriva il disegno di legge per rilanciare la valle d’Ofanto: «Creiamo un unico parco nazionale»

Un disegno di legge per riscrivere la storia del corso d’acqua più lungo di Puglia e tutelarlo creando anche beneficio alle realtà enogastronomiche del territorio. Ieri mattina nel Castello di Barletta si è tenuto il Forum organizzato dal Consorzio sviluppo sostenibile Valle d’Ofanto, patrocinato da comune di Barletta, consiglio regionale della Puglia e dalla provincia…

Un disegno di legge per riscrivere la storia del corso d’acqua più lungo di Puglia e tutelarlo creando anche beneficio alle realtà enogastronomiche del territorio. Ieri mattina nel Castello di Barletta si è tenuto il Forum organizzato dal Consorzio sviluppo sostenibile Valle d’Ofanto, patrocinato da comune di Barletta, consiglio regionale della Puglia e dalla provincia Bat e dall’ente Parco naturale regionale fiume Ofanto, sul tema del Contratto di fiume ed il suo impatto sul territorio.

«Il nostro consorzio è al dodicesimo anno di attività, l’idea è quella di istituire un parco nazionale fluviale», ha detto il dottor Michele Marino, presidente del Consorzio. «La valle dell’Ofanto ha necessità di una comunità che abbia una sua identità culturale e civica, affinché si trovi un equilibrio ecosistemico tra le esigenze dello sviluppo sostenibile e quelle della tutela idrogeologica attraverso il conseguimento dell’obiettivo da noi considerato prioritario sull’approvazione della legge istitutiva del Parco nazionale».

Il disegno di legge è stato presentato dal senatore barlettano di Forza Italia, Dario Damiani, sul solco del percorso avviato dall’ex senatore del Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura, Ruggiero Quarto. Un disegno di legge che potrebbe valorizzare la bellezza naturalistica del fiume che lambisce i territori di quattro province e cinquantuno comuni nei suoi 170 chilometri di corso.

«Abbiamo necessità di creare un unico Parco nazionale che metta insieme i territori per valorizzare l’Ofanto con un’unica specificità, per fornire ai territori un’educazione ecologica e restituire bellezza anche al settore agroalimentare che ne potrebbe trarre benefici enormi», ha detto Damiani. Se questa proposta dovesse divenire legge saremmo dinanzi all’unico Parco naturale in Italia che salvaguarda un fiume nella sua interezza, dalle sorgenti alla foce. Tra i rappresentanti del mondo agricolo, il dottor Schiavone ha sottolineato l’importanza dello strumento dei Contratti di Fiume, per mezzo dei quali è possibile avviare una programmazione strategica partecipata che può rappresentare un punto di svolta per il territorio.

«Dobbiamo osservare il bacino dell’Ofanto in chiave diversificata e ampia. La tropicalizzazione del clima è un tema con il quale dovremo fare i conti e se vogliamo tutelare l’agricoltura dobbiamo trovare nuovi strumenti e nuove forme di approccio, anche ad un bene prezioso e fondamentale come la risorsa aqua. L’Ofanto è un patrimonio paesaggistico, storico, economico e culturale da valorizzare».

Al Forum di ieri, giunto al termine di tre giornate durante le quali è stato proiettato anche un film documentario sul fiume Ofanto, hanno partecipato anche Francesco Maggiore della Fondazione Dioguardi, Ruggero Dellisanti, Giusy Caroppo componente del CTS, Gerardo Fascia presidente di Confcooperative e l’architetto Mauro Iacoviello direttore dell’Ente Parco naturale regionale fiume Ofanto. Da remoto sono giunti i saluti del professore Antonio Uricchio presidente del Comitato tecnico scientifico del Consorzio.

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