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Europee, sarà sfida tra big in Puglia: pronti Capone e Perrini. Verso una “nomination” anche Amati e Barone

La presidente del Consiglio regionale, un’assessora, i leader di un paio di gruppi di opposizione: è uno scontro tra i big della politica locale quello che si annuncia per il 2025, anno in cui si voterà per il rinnovo del Parlamento europeo. Ci sono almeno due elementi, d’altra parte, che impongono ai partiti di schierare…

La presidente del Consiglio regionale, un’assessora, i leader di un paio di gruppi di opposizione: è uno scontro tra i big della politica locale quello che si annuncia per il 2025, anno in cui si voterà per il rinnovo del Parlamento europeo. Ci sono almeno due elementi, d’altra parte, che impongono ai partiti di schierare gli esponenti più forti e capaci di intercettare il consenso dei pugliesi. Il primo: per l’elezione degli europarlamentari sono previste le preferenze. Il secondo: le europee del 2024, con ogni probabilità, saranno un grande test per il governo nazionale.

Ecco perché al lavoro sulle candidature ci sono soprattutto Fratelli d’Italia e Partito democratico, attualmente le due principali forze nel panorama politico italiana. Tra i dem, l’elezione di Elly Schlein a segretaria nazionale ha sovvertito equilibri che sembravano ormai consolidati anche a livello locale. La nuova classe dirigente del partito punta a fare la “parte del leone” anche nella scelta dei candidati. E così Loredana Capone, tra i principali sostenitori di Schlein in Puglia e fresca di nomina a vicepresidente nazionale del Pd, sembra in pole position per una “nomination”, con buona pace del sindaco barese Antonio Decaro e del governatore Michele Emiliano che non hanno mai fatto mistero di ambire a uno scranno nell’Europarlamento.

I giochi sembrano fatti in Fratelli d’Italia, dove il consigliere regionale Renato Perrini sente già il profumo della candidatura. Ad avvantaggiarlo ci sono il fatto di essere stato recordman di voti alle ultime regionali, dove ha raccolto circa 11mila preferenze, gli ottimi rapporti con alcuni esponenti del governo, a cominciare dal ministro Raffaele Fitto e dal sottosegretario Marcello Gemmato, e la lunga militanza in FdI, partito al quale ha aderito quando i sondaggi lo davano a poco più del 2% dei consensi. Situazione più complicata negli altri due partiti del centrodestra. Forza Italia è dilaniato dalla faida interna tra l’ala che fa capo al ministro Antonio Tajani e che in Puglia ha come riferimento il deputato brindisino Mauro D’Attis, e quella legata a Licia Ronzulli, senatrice che vanta origini nella Bat: una confusione che di certo non aiuta nella scelta del nome giusto da schierare alle europee. Stesso discorso per la Lega, chiamata a individuare un candidato più vicino al territorio di quanto non sia stato Massimo Casanova, imprenditore romagnolo con casa a Lesina.

Lo scenario sembra chiaro, infine, per quanto riguarda Movimento 5 Stelle e Azione. Nel primo caso, il leader Giuseppe Conte potrebbe decidere di puntare sull’assessora regionale Rosa Barone; quanto ai calendiani, l’esperienza amministrativa maturata nel corso degli anni e le mille battaglie politiche fanno sembrare scontata la candidatura del consigliere pugliese Fabiano Amati.

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