«La presidente Meloni stamattina ha riconosciuto che la Cgil è l’organizzazione che nella storia ha difeso la democrazia, io aggiungo la Costituzione. Allora vorrei chiedere perché in virtù di questo non c’è un pieno riconoscimento del nostro ruolo di rappresentanza. Non ci basta essere invitati ai tavoli per rispettare la forma, ci interessa la sostanza. Noi vogliamo essere protagonisti, discutere di tutto, di politiche industriali e di come le si finanziano, di come irrobustiamo lo stato sociale se con la riforma fiscale si sottraggono risorse pubbliche, di una sanità che fa acqua da tutte le parti, soprattutto nel Mezzogiorno dove abbiamo liste d’attesa infinite». Lo ha detto il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, nel suo intervento al XIX congresso nazionale del sindacato in corso a Rimini.
Davanti alla platea di quasi mille delegati e delegate e 700 invitati sindacali, Rsu, lavoratori e lavoratrici, Gesmundo ha ricordato come «da questo congresso arriva una grande lezione che consegniamo alla politica, di partecipazione e democrazia. Una politica – ha sottolineato – che negli anni si è invece disinteressata dei livelli di partecipazione alla vita pubblica, dell’importanza per uomini e donne di poter esprimere il proprio punto di vista, di consegnare il proprio disagio a quei soggetti che dovrebbero farsene carico senza considerarlo un valore. Al punto che le figure più deboli, più fragili, si sono sentite sole, rinunciando alla partecipazione, alimentando la fascia di disinteresse alla vita pubblica del Paese che è uno dei motivi per cui abbiamo il governo più di destra della storia».
Un Esecutivo, sottolinea il segretario generale della Cgil Puglia, «che pur rappresentando una minoranza dei cittadini ha intenzione di cambiare la Costituzione, il Paese, di portare avanti il proprio paradigma sociale ed economico». Durante i congressi territoriali e di base «abbiamo incontrato migliaia di lavoratori e lavoratrici, quel pezzo di Paese che resiste, dalla pandemia sanitaria a quella economica, e poi la guerra, l’inflazione. Allora tocca a noi agire, essere protagonisti, abbiamo i nostri documenti, votati dai lavoratori, non dobbiamo discutere ma mettere in campo le nostre strategie, i nostri progetti».
Ha ricordato, Gesmundo, l’autonomia e il coraggio della Cgil «anche quando al Governo c’erano i cosiddetti migliori di aver detto la verità su come alcune politiche erano dannose per chi rappresentiamo, per la parte più debole del Paese, e di scioperare contro di esse. La nostra forza deriva anche da questa coerenza. Per questo vorrei dire alla Presidente Meloni altro che pregiudizi. Noi la pensiamo diversamente e abbiamo il dovere di dirlo: ma come si fa a parlare di flat tax come elemento che rende più equilibrato il fisco nel Paese? Come si fa a dire che in buona sostanza si taglia il reddito di cittadinanza per aiutare i giovani che possono lavorare?».
Parla della Puglia, Gesmundo, «dei nostri territori dove il Rdc ha rappresentato anche un argine al ricatto di un reddito a qualunque condizione. Pensate al nostro turismo dove già è altissimo il livello di precarietà e sfruttamento: la destra vuole portarci di nuovo alla situazione in cui i giovani devono lavorare accettando offerte vergognose, 14 ore al giorno, senza riposi, senza contratto spesso».
Per questo serve una Cgil protagonista, «che sia in campo per rivendicare una sanità pubblica in grado di dare risposte ai cittadini, in campo contro lo scellerato progetto di autonomia differenziata. Dobbiamo dirlo forte, non solo nel Sud, questa autonomia è una iattura per l’intero Paese, dobbiamo dirlo con forza dentro la Cgil e chiamare iscritti e cittadini a una manifestazione nazionale», ha concluso Gesmundo.