Nel quarto trimestre del 2022 le famiglie italiane hanno contratto notevolmente le loro spese, risparmiando su tutto, anche sui beni essenziali. Il motivo è da ricercare nell’inflazione ma anche in un generale stato di sfiducia e paura derivante dalla guerra in Ucraina.
I consumi reali sono diminuiti dell’1,1% tra ottobre e dicembre. I beni durevoli e i servizi sono diminuiti rispettivamente dell’1,9% e dell’1,5% e la spesa per beni non durevoli dell’1,3%, segnando la terza flessione congiunturale consecutiva.
Le famiglie tagliano anche gli acquisti primari come gli alimentari, le cui vendite sono diminuite a gennaio del 4,4% in volume, a fronte di una inflazione che per il comparto ha raggiunto il 13,5% nell’ultimo mese.
«I dati diffusi ieri dall’Istat confermano, purtroppo, tutti i nostri allarmi circa le difficoltà delle famiglie italiane», affermano da Assoutenti, commentando la nota mensile sull’economia italiana.
«I numeri – sottolinea il presidente Furio Truzzi – dimostrano come sia urgente un intervento tempestivo sui prezzi, con il governo che deve accelerare sul taglio dell’Iva per i beni alimentari e i generi di prima necessità, quelli cioè che più di tutti risentono dell’Inflazione e incidono sulle tasche delle famiglie».
La nota mensile dell’Istituto italiano di statistica pone l’accento anche sull’allungamento dei tempi necessari per abbassare il livello dei prezzi.
«Lo scenario internazionale – si legge – è caratterizzato da un elevato grado di incertezza e rischi al ribasso, accentuatesi nel più recente periodo per il sorgere di turbolenze sui mercati finanziari innescate dalla crisi di una banca statunitense. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo del previsto, che potrebbe portare all’adozione di politiche monetarie più restrittive».