Pinuccio Fazio arriva a Galatone oggi alle 19.30 per raccontare la storia del figlio Michele, ucciso per errore a Bari 22 anni fa, vittima innocente di mafia. “Ricordando Michele” è il titolo dell’incontro che si tiene nel frantoio della Palazzo marchesale, organizzato dall’amministrazione comunale e dai gruppi scout Galatone 1 e 2. Uno dei tanti incontri con i giovani che il padre tiene in ogni parte d’Italia per portare avanti una storia di riscatto e giustizia. Secondo di quattro figli, Michele nasceva a Bari nel 1985.
A sedici anni è un ragazzo come tanti. Ama trascorrere il tempo con gli amici, la mattina lavora in un bar, gioca a calcetto e la sera frequenta la scuola per poter avere il diploma e realizzare il suo sogno: diventare carabiniere. Ma quelli sono anche gli anni fortemente segnati dalla rivalità tra i due clan mafiosi Capriati e Strisciuglio, in guerra per ottenere il controllo del territorio, degli affari e del traffico di sostanze stupefacenti.
La sera del 12 luglio 2001, mentre cammina verso casa, Michele muore ucciso in strada da proiettili che non erano destinati a lui. L’assassinio del figlio ha portato i genitori Pinuccio e Lella a una lotta senza sosta per ottenere giustizia, insieme ad una battaglia per riscattare il loro quartiere.
Un impegno che ha contribuito alla rinascita di Bari vecchia e che ancora oggi continua, nonostante uno degli assassini di Michele, Lello Capriati, sia stato scarcerato pochi mesi fa dopo aver scontato una condanna di 19 anni. Il suo rientro a casa, poco distante dal luogo dell’omicidio e dalla casa di Michele, è stato accolto con un tripudio di fuochi artificiali. Ecco dunque che portare la storia di Michele nelle scuole e in convegni in tutta Italia è fondamentale.
«È giunto il momento di essere protagonisti del nostro tempo», è l’invito del sindaco Flavio Filoni e della consigliera Claudia Caputo, con delega alla Rete in Comune per la Legalità: «Il Comune di Galatone si è posto l’obiettivo di promuovere azioni per rifiutare ogni forma di collaborazione o connivenza con la mafia e vogliamo partire da qui per costruire strade di coraggio. Abbiamo bisogno di persone che vincano la paura e che siano pronte a farlo nel e per il nostro territorio». Proprio come fanno i genitori di Michele, la cui lotta è diventata anche uno spettacolo teatrale, “Stoc ddo’ – Io sto qua”, promosso dal Teatro Pubblico Pugliese.