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Siamo vittime di una “miopia green”: per una sostenibilità economica e sociale oltre che ambientale

La Ue vorrebbe introdurre dal 2035 il blocco dei veicoli a combustione e quindi tutti i veicoli dovranno essere esclusivamente elettrici. Questa decisione ci lascia molto più che perplessi per diversi fattori e per nostra fortuna anche il governo ha intrapreso una battaglia affinché questa direttiva venisse bloccata. Innanzitutto definirei questo atteggiamento una forma acuta…

La Ue vorrebbe introdurre dal 2035 il blocco dei veicoli a combustione e quindi tutti i veicoli dovranno essere esclusivamente elettrici. Questa decisione ci lascia molto più che perplessi per diversi fattori e per nostra fortuna anche il governo ha intrapreso una battaglia affinché questa direttiva venisse bloccata. Innanzitutto definirei questo atteggiamento una forma acuta di “miopia green” basata esclusivamente su una ideologia che vede l’elettrico come la forma più sostenibile sul mercato e non su dati e considerazioni reali. Ci sono ancora molti punti interrogativi riguardo la sostenibilità dell’elettrico perché dobbiamo considerare l’intera filiera. Ne sono di esempio l’estrazione delle terre rare che viene fatta attraverso lo sfruttamento di territori già martoriati ed anche con lo sfruttamento di bambini, la produzione e lo smaltimento delle batterie, le fonti energetiche che dovranno alimentare i veicoli e l’infrastruttura a sostegno.

L’Europa inoltre non ha produttori di componentistica essenziale dei motori elettrici, ma al contrario la Cina è leader indiscusso in tal senso nonché proprietaria di buona parte delle riserve di terre rare. Questo vuol dire diventare completamente dipendenti della Cina, che potrà decidere in piena autonomia il futuro dell’automotive europea, e demolire un settore industriale molto importante anche a livello italiano, con la perdita di occupazione per decine di migliaia di persone.

Bisognerebbe garantire ai singoli paesi neutralità tecnologica al fine di valutare le tecnologie migliori o di programmarne comunque uno sviluppo anche valutando la componente industriale. L’Italia in particolare ha investito e continua ad investire molto in idrogeno, sul quale sono stati stanziati anche dei fondi del Pnrr, e sui biocarburanti. Su queste tecnologie si stanno raggiungendo risultati strepitosi sia in termini di prestazioni che dal punto di vista ambientale. I biocarburanti vengono già utilizzati al 100% sui mezzi pesanti e ne è l’esempio il primo volo di Ita con biocarburante Saf. Inoltre essendo formati da componente vegetale potrebbero essere di slancio anche per l’economia circolare attraverso il recupero dell’olio vegetale esausto.

Infine voglio ricordare che la sostenibilità oltre che ambientale deve essere anche economica e sociale e pertanto le scelte devono essere prese considerando tutti i fattori e per il nostro Paese questa ideologia totalmente elettrica non lo è affatto.

Donato Notarangelo è presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Puglia

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