«Che si viva in una società di decadimento valoriale è, ormai, esperienza a noi tutti nota. Ma quando il decadimento si concretizza proprio il giorno dedicato alle donne, certe condotte lasciano il sapore sgradevole dell’amarezza». È il commento amaro dei gestori del pub Crazy Bull di Casamassima a quanto accaduto ieri sera, 8 marzo quando dieci donne hanno deciso di festeggiare la Giornata internazionale della donna nel locale che si trova nel parco commerciale ma, dopo aver consumato la propria cena, sono andate via senza pagare il conto.
Erano lì, scrivono su Facebook dal pub, «per festeggiare l’8 marzo e dunque il rispetto dei valori della dignità d’essere donne. Ma come si può chiedere rispetto e sperare che la società cambi se calpestiamo per primi la nostra stessa dignità (donne o uomini che siano)?!».
Le avventrici hanno consumato circa 200 euro, intorno ai 20 euro a testa.
«Pagare il corrispettivo di tutto quanto ordinato significa in primis rispettare il lavoro di tutti i dipendenti del pub, significa rispettare l’attività del titolare del pub che garantisce a sua volta il lavoro ai propri dipendenti, significa rispettare se stessi», commentano ancora i gestori del Crazy Bull. «A parti invertite – si legge nel post – come reagiremmo se subissimo tale inqualificabile condotta?».
Le telecamere hanno registrato tutto «e le clienti, presto o tardi, verranno identificate – assicurano ancora – perdendo anche pubblicamente la dignità già individualmente calpestata! Ma questa è una sconfitta sociale, perché dovremmo tutti poter essere liberi di vivere senza le telecamere… ma la sconfitta è che simili condotte siano state attuate da donne proprio l’8 marzo. Mi piacerebbe credere che tutto ciò non sia avvenuto per dolo. In tal caso tutto verrebbe ricomposto dal giusto pagamento, prima che la vicenda possa imboccare la via giudiziaria», si legge infine nel post che invita «con amarezza» a meditare su quanto accaduto.