Il plenum del nuovo Consiglio superiore della magistratura ha deliberato ieri all’ unanimità il rientro in servizio nei precedenti incarichi di tutti magistrati presenti nel precedente organo di governo della magistratura. Tra questi compare anche il procuratore aggiunto di Roma Giuseppe Cascini, esponente di spicco di Area, la corrente “”sinistrorsa” estremamente politicizzata delle toghe, che aveva indagato su l teorema processuale di “Mafia Capitale”, anche se il Tribunale di Roma ha stabilito che la mafia non c’era. Adesso conclusi i quattro anni da membro togato trascorsi a Palazzo dei Marescialli, Cascini rientrerà alla procura di Roma con il suo precedente incarico di procuratore aggiunto.
Solo che nel frattempo sono venute a galla delle situazioni che metteranno in forte imbarazzo il procuratore capo di piazzale Clodio, Francesco Lo Voi, che pongono delle legittime domande sull’opportunità della permanenza di Cascini nella procura romana (considerato che suo fratello, Francesco Cascini è un sostituto procuratore ) con un ruolo di rilievo come quelle di procuratore aggiunto. Infatti proprio la procura di Roma sta valutando se indagare lo stesso procuratore aggiunto Giuseppe Cascini per l’ipotesi di reato di omessa denuncia, in relazione alla vicenda dei verbali di Amara. Legittimo chiedersi se potrà essere obbiettiva ed indipendente sulle valutazioni dell’operato di un collega.
Il gup di Roma Nicolò Marino, nella sentenza con cui nel dicembre 2022 è stata prosciolta dall’accusa di calunnia l’ex segretaria di Davigo, Marcella Contrafatto a chiedere alla Procura di Roma di valutare la condotta di Giuseppe Cascini. La vicenda è sempre quella della circolazione dei verbali “secretati” di Piero Amara sulla fantomatica inesistente “loggia Ungheria”, che vennero consegnati dal pm di Milano Paolo Storari all’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo, il quale poi ne rivelò il contenuto a vari colleghi consiglieri ed anche al senatore del M5S, Nicola Morra. Tra i consiglieri del precedente plenum del Csm ai quali Davigo informò sul contenuto dei verbali compare proprio Cascini, il quale da procuratore aggiunto a Roma si era occupato in varie vicende dell’ avv. Amara, in particolare nell’indagine sulle sentenze “pilotate” al Consiglio di stato.
L’ex magistrato ora in pensione Piercamillo Davigo attualmente a processo dinnanzi al Tribunale di Brescia per rispondere dell’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, si rivolse proprio a Giuseppe Cascini chiedendogli un giudizio sull’attendibilità o meno di Amara. Cascini senza porsi alcun problema soddisfò la richiesta di Davigo , rispondendo su Amara che “Probabilmente tutto quello che ha detto è vero”. Cascini anziché segnalare all’autorità giudiziaria la possibile violazione del segreto d’ufficio, nonostante la contrapposizione correntizia al Csm, assunse le vesti di influente consigliere di Davigo, ed è stato proprio per questi comportamenti che il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Roma Nicolò Marino aveva chiesto ai pm di Roma, nella sua ordinanza, di valutare se indagare ed avviare un procedimento penale nei confronti di Giuseppe Cascini per “omessa denuncia“.
Sicuramente il fascicolo su di lui sarà trasferito alla Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, competente sull’operato ed ipotesi di reato eventualmente commesse dai magistrati in servizio negli uffici giudiziari della Capitale. Il rientro di Giuseppe Cascini a piazzale Clodio creerà una situazione fortemente imbarazzante, anche perchè il trasferimento degli atti a suo carico a Perugia, non appianerà tutti i possibili conflitti giudiziari. Infatti la Procura di Roma sta portando avanti anche un altro procedimento nei confronti della segretaria di Davigo al Csm, Marcella Contrafatto per rivelazione di segreto e sempre in relazione ai verbali di Amara.
Ci sono poi da valutare anche gli aspetti della vicenda giudiziaria che ha travolto l’ex magistrato e presidente dell’ ANM Luca Palamara, che cojnvolge anche Casciniin quanto i due magistrati hanno sempre avuto uno stretto rapporto di amicizia, anche a seguito della reciproca l’esperienza ai vertici dell’Associazione nazionale magistrati, Palamara come presidente e Cascini come segretario (dal 2008 al 2012). Resta poco credibile l’ipotesi che un magistrato dell’esperienza di Giuseppe Cascini in tutti quegli anni non si sia accorto di nulla sulla lottizzazione delle nomine tra le correnti, dalle migliaia di chat acquisite dalle Fiamme Gialle nello smartphone di Palamara è emersa una vicenda piuttosto singolare.
Come questo giornale ha pubblicato e documentato ( insieme ai colleghi del quotidiano La Verità), Giuseppe Cascini nell’ottobre 2018, inviò un messaggio a Luca Palamara chiedendogli se era possibile ottenere un biglietto gratis per il figlio per assistere a una partita della Roma allo stadio Olimpico. Mentre Cascini, in qualità di componente del Csm, aveva diritto a un posto gratis nella tribuna autorità del Coni, il figlio sicuramente non poteva vantare alcun diritto del genere. Ma Cascini invece di comprare correttamente un biglietto per il figlio come fanno tutte le persone normali, si rivolse a Palamara, chiedendogli anche un contatto utile per provvedere autonomamente in futuro a richiedere ulteriori biglietti. E nei giorni scorsi, il comitato direttivo centrale dell’Anm proprio per questa vicenda, dopo l’istruttoria dei probiviri, ha deciso di sanzionare con la “censura” Giuseppe Cascini.
Giuseppe Cascini inoltre ritroverà alla procura di Roma suo fratello minore, Francesco (molto apprezzato dall’avvocatura romana della Capitale per la propria estrema riservatezza) , che riveste il ruolo di sostituto procuratore a piazzale Clodio. Sempre nelle chat dell’inchiesta della Procura di Perugia sono venuti alla luce i numerosi messaggi scambiati nel 2017 da Francesco Cascini con Luca Palamara per autopromuovere la propria nomina a sostituto procuratore, e anche l’impegno dell’allora consigliere del Csm Giuseppe Cascini per favorire la nomina di suo fratello. Su quella nomina, Palamara informò via chat lo stesso Cascini senior: “Ora in terza Commissione a difendere tuo fratello”. E subito dopo: “Francesco ok”. E Giuseppe Cascini gli rispose “Grazie Luca”. Se umanamente tutto ciò è comprensibile resta da chiedersi dove fosse finita in quell’occasione l’etica e la “verginità” professionale di cui i componenti della corrente di Area si autoreferenziano da sin troppo tempo. Come i fatti comprovano, inutilmente!
Incredibilmente nonostante tutte queste vicende, per il “nuovo” plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, dove le correnti interne continuano a prosperare nonostante il tentativo di riforma dell’ ex Guardasigilli Cartabia, il magistrato Giuseppe Cascini può tornare a rivestire tranquillamente un ruolo così importante come quello di procuratore aggiunto di Roma, mentre Luca Palamara è stato espulso dalla magistratura. Si può chiamare “giustizia” quella che giudica su vicende pressochè analoghe e collegate applicando due pesi e due misure? Ai politici che rappresentano nei due rami parlamentari il popolo italiano, ed ai nostri lettori, lasciamo ogni giudizio e valutazione. Noi ricordando un vecchio consiglio di Indro Montanelli ci tappiamo il naso.