Scoppia il bubbone del Piano casa pugliese prorogato per l’ottava volta consecutiva a novembre 2021 e cancellato all’improvviso dalla Corte costituzionale a febbraio. Una tegola da far tremare i polsi che rischia di spazzare via il settore dell’edilizia.
La sentenza della Consulta, infatti, ha cancellato con un colpo di spugna le vacche grasse e i rinnovi à go go del piano pugliese di incentivazione al mattone ispirato all’edilizia creativa con permessi a costruire autorizzati ovunque, comprese aree naturali, campagne e zone industriali, violando la programmazione urbanistica dei comuni.
Adesso a pagare dazio saranno imprese e cittadini vittime delle scelte capestro della politica adottate spesso all’unanimità, senza distinzioni destra-sinistra, da 12 anni a questa parte dal consiglio regionale pugliese. I primi effetti pratici sono emersi al Comune di Bari, uno dei casi più eclatanti, con 60 progetti finiti sotto osservazione e 38 di questi sospesi dall’ufficio tecnico comunale. Il direttore della sezione Urbanistica del Comune, Pompeo Colacicco, ha chiesto alle società proponenti di bloccare i lavori e presentare nel giro di 20 giorni controdeduzioni sullo stato del cantiere. Il grosso di questi è già in fase avanzata, alcuni addirittura con le rifiniture da effettuare, in molti casi con la demolizione dell’immobile già avvenuta e l’avvio della ricostruzione che prevede un bonus del 35% di allargamento. Il Comune di Bari s’è riservato quattro mesi di tempo per definire le pratiche condannate per ora a restare appese con tutte le conseguenze del caso, danni compresi. Fra questi le diffide dei compratori che hanno già versato la caparra, il possibile blocco dei mutui da parte delle banche, la cassa integrazione annunciata per migliaia di operai.
L’altra sera al Comune di Bari c’è stato un primo vertice alla presenza del sindaco Antonio Decaro, del capo di gabinetto Davide Pellegrino e del presidente di Ance Puglia, l’associazione dei costruttori, per avviare un tavolo di concertazione. Una commissione tecnica sta cercando di scremare i progetti ancora al palo da quelli in corso che hanno già creato effetti giuridici ed interessi di parte che andranno tutelati. Come? Al momento si brancola nel buio.
Alla Regione Puglia il delegato all’Urbanistica, il consigliere Stefano Lacatena, sta provando con l’Anci a varare una circolare interpretativa per aiutare le amministrazioni comunali che hanno in pancia progetti di Piano casa. Fra le poche certezze ci sono i circa 10 milioni di oneri di urbanizzazione che il Comune di Bari dovrebbe restituire alle imprese e queste ultime, dal canto loro, che hanno iniziato la conta dei danni, ma anche la via dei risarcimenti giudiziari, con cifre a nove zeri sostenute e da sostenere per costruire appartamenti e ville in ogni zona della città. Cantieri bloccati con maestranze costrette a incrociare le braccia chissà per quanto tempo. Ad aggravare il quadro apocalittico i Piani casa cancellati relativi all’anno 2022 approvati da quasi tutti i 258 Comuni pugliesi, ma cancellati dai giudici della Consulta. Basterebbe un solo progetto a Comune per creare un danno economico incalcolabile con riflessi sociali inimmaginabili.