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La riforma delle pensioni infiamma la Francia, protesta difende ‘un privilegio’

(Adnkronos) - Scioperi, occupazioni e scontri, arresti. La Francia si ferma per la protesta contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron. Quasi 300 manifestazioni in tutto il Paese scandiscono una giornata chiave al Senato, dove si discute l'approvazione del passaggio più controverso e simbolico del provvedimento, l’innalzamento da 62 a 64 anni…

(Adnkronos) – Scioperi, occupazioni e scontri, arresti. La Francia si ferma per la protesta contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron. Quasi 300 manifestazioni in tutto il Paese scandiscono una giornata chiave al Senato, dove si discute l’approvazione del passaggio più controverso e simbolico del provvedimento, l’innalzamento da 62 a 64 anni del requisito per la pensione di vecchiaia.  

La cronaca è quella delle giornate difficili. Merci ferme, scuole occupate, tensione nelle strade, a Parigi e nelle altre città. Una mobilitazione dura, in pieno stile francese, che mette in discussione l’approvazione di un provvedimento che, in caso di sconfitta parlamentare, potrebbe aprire una crisi politica e portare alle elezioni anticipate.  

Le posizioni in campo sono piuttosto lineari. Il presidente francese vuole attenuare l’anomalia del sistema pensionistico francese, uno dei più generosi in Europa; chi si oppone, a partire dai sindacati, ritiene che sia indispensabile preservare l’anomalia francese per non compromettere l’ordine sociale.  

Il problema, come accade quasi sempre quando si parla della riforma delle pensioni, è la sostenibilità del sistema. Anche in Francia, come nel resto d’Europa, si deve fare i conti con l’allungamento della vita media e con la necessità di riequilibrare il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato alla pensione. L’esigenza di fondo di alzare l’età pensionabile va di pari passo con quella di aumentare la platea che alimenta i contributi previdenziali.  

Basta fare un paragone con l’Italia per capire quali siano i termini della questione in Francia. La differenza sostanziale sta nel fatto che l’Italia di riforme delle pensioni ne ha fatte diverse, su tutte la legge Fornero imposta dall’emergenza straordinaria vissuta nel 2011 per i conti pubblici. La fotografia attuale dice che in Italia il requisito anagrafico richiesto è pari a 66 anni e 7 mesi, ad eccezione delle donne nel settore privato per le quali è prevista una soglia più bassa pari a 65 anni e 7 mesi. In Francia, fino a oggi, si può andare in pensione di vecchiaia a 62 anni.  

Altro parametro significativo è quello dell’età effettiva di pensionamento, che considera tutte le modalità per andare in pensione, anticipi e deroghe, gestioni speciali, e non solo la vecchiaia. Secondo i dati Inps, nel 2020, in Italia l’età effettiva di pensionamento è stata di 63,8 anni. In Francia esistono 42 regimi pensionistici diversi, con notevoli differenze nelle agevolazioni e nei trattamenti delle singole categorie. 

La protesta è fisiologica quando si parla di riformare le pensioni. In Francia assume un peso ulteriore: la difesa di ‘un privilegio’ che viene considerato un diritto acquisito. (Di Fabio Insenga) 

 

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