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Lecce, 18 cellulari e droga nascosti nella cella di un detenuto. Il sindacato: «Entrano con i droni»

Diciotto cellulari e droga sono stati scoperti dagli agenti della Polizia penitenziaria nella cella di un detenuto del carcere di Lecce. È quanto denuncia il Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria (Sappe) che, all’indomani della visita nella struttura da parte del consigliere regionale Paolo Pagliaro insieme a rappresentanti di Nessuno tocchi Caino e della Camera penale…

Diciotto cellulari e droga sono stati scoperti dagli agenti della Polizia penitenziaria nella cella di un detenuto del carcere di Lecce.

È quanto denuncia il Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria (Sappe) che, all’indomani della visita nella struttura da parte del consigliere regionale Paolo Pagliaro insieme a rappresentanti di Nessuno tocchi Caino e della Camera penale di Lecce, denuncia la grave carenza di personale, il sovraffollamento di detenuti, molti dei quali con problemi psichiatrici che non verrebbero curati adeguatamente.

Per il Sappe l’aumento consistente di introduzione di materiale vietato in carcere sia stato agevolato dalla diffusione dei droni. «Infatti – scrivono dal sindacato in una nota – questo è il metodo migliore per la delinquenza di far entrare direttamente nelle loro stanze, senza rischiare quasi nulla, quello che vogliono, poiché i muri di cinta sono sguarniti per mancanza di personale, e con gli impianti di allarme antintrusione praticamente non funzionanti».

I detenuti, prosegue il Sappe, «governano i loro affari dalle carceri utilizzando i cellulari che arrivano copiosi grazie anche alla tecnologia dei droni, inutilmente. Abbiamo chiesto più volte ai responsabili delle carceri italiane di intervenire per contrastare questi atti criminali utilizzando apparecchiature elettroniche (jammer) capaci di bloccare l’uso dei cellulari inviando onde radio di disturbo sulla stessa frequenza che usano i telefonini, oppure disturbare il volo dei droni, ma a tutt’oggi nulla è cambiato».

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