Solo il 60% circa delle prestazioni del servizio sanitario nazionale erogate dalla Asl di Bari vengono effettuate entro il limite massimo previsto dalla legge. Percentuale che scende sotto il 50 se si considera il solo Policlinico di Bari. Ad ottobre del 2022, per esempio, su 10mila 104 prestazioni totali, ne sono state evase nei tempi solo 3mila 517, il 34,81%. Per una prima visita cardiologica da effettuare nella Asl di Bari con priorità d’urgenza, i pazienti sono costretti ad attendere una media di 27 giorni: su oltre 1200 prenotazioni nel corso del 2022 (ultimi dati disponibili forniti dal portale Puglia salute) solo il 12%, 149, si sono svolte entro il tempo massimo consentito dalla legge di 72 ore. Situazione simile anche se si considera una visita di chirurgia vascolare. I tempi di attesa per l’urgenza sono in media di 29 giorni e solo il 19% vengono smaltite a norma di legge. Ma la situazione non migliora se si considerano anche priorità di visite ed esami meno stringenti. In questo caso i giorni di attesa, ad esempio per effettuare una prima visita neurologica, arrivano a 75 con una percentuale di evasione veloce del 33%. La situazione si complica in tutta la Regione in caso di prestazioni strumentali come le colonscopie, esami utili per la diagnosi precoce dei tumori, per le quali i pugliesi possono arrivare ad attendere anche sette mesi (200 giorni).
Ma il problema delle liste di attesa è diffuso in tutta la Regione e non riguarda solo Bari e la sua azienda sanitaria. Al fine di migliorare le tempistiche e garantire migliori performance ai cittadini, è stato condiviso un accordo tra i sindacati e l’amministrazione regionale, già deliberato dalla giunta lo scorso 24 gennaio e che dovrà essere firmato dalle parti, che prevede “la creazione di un nuovo modello sanitario e socio sanitario attraverso una fase di concertazione con gli assessori alla Sanità e al Welfare, a partire dall’abbattimento delle liste di attesa, dal rapporto fra sanità pubblica e privata, e sul welfare, per trovare nuovi strumenti attraverso i fondi del Pnrr per affrontare temi come la non autosufficienza e l’invecchiamento attivo”. La notizia è stata diffusa dalla Cisl regionale in una nota. Dal protocollo, sono previsti finanziamenti regionali per circa trenta milioni, finalizzati ad allungare i tempi di attività delle strutture fino a 24 ore giornaliere e nei giorni festivi, attraverso anche nuove assunzioni. «È urgente – ha commentato Antonio Castellucci, segretario generale Cisl Puglia, durante il primo consiglio generale del 2023 dei pensionati Cisl – definire con la Regione un percorso di vera partecipazione e concertazione nei diversi processi di governance e monitoraggio della rete ospedaliera, dell’emergenza/urgenza, liste di attesa e dell’offerta sanitaria. Il protocollo sulla sanità e welfare deliberato dalla giunta regionale il 23 gennaio, in attesa di essere firmato, prevede un percorso di forte responsabilità e premialità per le strutture che raggiungono gli obiettivi prefissati, ma nello stesso tempo anche diverse penalità per coloro che non li traguardano. Per tutto ciò, sarà necessario mettere in pratica azioni e una fitta e rete vertenziale territoriale e regionale».