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Cancro, il 42% dei lucani va fuori regione. Consigliere Vizziello: «Servono degli opportuni investimenti»

Il 42 per cento dei lucani affetti da patologie oncologiche decide di curarsi in altre regioni. Un dato che, a detta del consigliere regionale Giovanni Vizziello, deve far riflettere sulla necessità di effettuare opportuni investimenti nella prevenzione e nella cura dei tumori, che rappresentano la risposta migliore ai bisogni di salute dei lucani che incappano…

Il 42 per cento dei lucani affetti da patologie oncologiche decide di curarsi in altre regioni. Un dato che, a detta del consigliere regionale Giovanni Vizziello, deve far riflettere sulla necessità di effettuare opportuni investimenti nella prevenzione e nella cura dei tumori, che rappresentano la risposta migliore ai bisogni di salute dei lucani che incappano in una diagnosi di tumore.

«Se i dati pubblicati dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali non possono definirsi un fulmine a ciel sereno, è altrettanto vero che il sensibile incremento della migrazione sanitaria per le patologie oncologiche rispetto alle risultanze delle annualità precedenti rende improcrastinabile l’adozione da parte del governo regionale di misure in grado di dare risposte concrete ai lucani malati di cancro», ha commentato il consigliere di “Basilicata Oltre” secondo cui, in primis, occorre rendere effettive le reti oncologiche, veri e propri network che garantiscono le cure migliori perché «fondate su percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, frutto di una valutazione multidisciplinare della malattia e della strategia di cura e che, purtroppo, spesso in Basilicata si riducono a meri percorsi di tipo amministrativo».

Per il consigliere materano la circostanza per cui nel Nord del Paese si riscontra una maggiore incidenza di molte patologie tumorali ma anche tassi di sopravvivenza migliori di quelli rilevati nel Mezzogiorno d’Italia ci obbliga a «replicare in Basilicata l’approccio multidisciplinare alle patologie oncologiche e a valorizzare la prevenzione attraverso gli screening, elementi che se supportati da investimenti opportuni, come i trattamenti radioterapici all’avanguardia, possono contribuire a far sì che il cancro non sia più un male incurabile», ha poi concluso.

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