Riprende il cammino in Regione Puglia per costituire una società pubblica per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Una azienda in house, per la precisione, che possa assorbire gli effetti indesiderati della sentenza con cui il Tar di Milano ha dichiarato la illegittimità del sistema degli impianti minimi in Puglia, accogliendo il ricorso proposto da alcuni operatori pugliesi che avevano contestato la decisione di sottoporre a regolazione gran parte degli impianti regionali di trattamento rifiuti.
Ieri s’è tenuta una riunione operativa fra la presidente di Ager, Fiorenza Pascazio, e i sindaci di 150 comuni. Obiettivo mettere a punto al costituzione della nuova società che dovrebbe nascere dalla fusione fra Aseco, società di Acquedotto pugliese, e l’agenzia unica per i rifiuti che dovrebbe entrare nel capitale acquistando 1,5 milioni di euro di azioni di Aseco finanziati dalla regione Puglia.
Un’operazione avviata dal 2019 che oggi deve procedere ad un ritmo serrato evitando la scadenza temporale del 30 marzo, termine ultimo per la costituzione di soggetti pubblici partecipati dai comuni che svolgerebbero la doppia veste di controllori e controllanti così come stabilito dal decreto statale sulla concorrenza.
Il progetto ha già ottenuto il voto positivo del direttivo dell’Anci, l’associazione dei Comuni e ora attende la definitiva votazione dell’assemblea dei sindaci. Un percorso ad ostacoli che ha registrato diversi step, fra gli altri il parere legale in materia di servizi pubblici locali che la regione Puglia ha chiesto allo studio Grimaldi di Roma per scongiurare errori o battute d’arresto. Dopo la riunione è arrivato il via libera all’operazione che sarà perfezionata nei prossimi giorni.
L’Ager, in pratica, assumerà una partecipazione paritaria nella Aseco, compagine controllata dall’Acquedotto pugliese e dunque i due soggetti, comune e regione, per il tramite di Acquedotto diventeranno soci della Aseco che già si occupa dei rifiuti organici e dei fanghi prodotti dai depuratori di Aqp.