Resta lo stallo in consiglio regionale sul caso Clemente, il consigliere di Azione rimasto nel posto di segretario d’aula riservato alla maggioranza, nonostante il passaggio all’opposizione del suo gruppo.
Dopo lo strappo con il centrodestra e l’intervento del Governatore Emiliano, che nella scorsa seduta ha chiesto le dimissioni del “dissidente”, ieri i due schieramenti hanno dialogato prima dell’inizio dei lavori per trovare una soluzione, ma alla fine tutto è stato rimandato di due settimane. In concreto, dopo il gelo dell’ultimo consiglio, il lodo Clemente è spuntato pur senza materializzarsi a causa di intoppo e veti incrociati.
Andiamo con ordine. La maggioranza ha proposto alle minoranze di centrodestra di effettuare tre passaggi per risolvere il caso Clemente. Uno: FdI, Forza Italia e Lega eleggono il loro rappresentante nell’ufficio di presidenza al posto dell’ex Giandiego Gatta eletto in Parlamento. Due: gli stessi partiti appoggiano la mozione di sfiducia del centrosinistra contro Clemente, con presentazione e maggioranza qualificata di due terzi dell’assemblea. Tre: sfiduciato Clemente, il centrosinistra avrebbe votato il proprio rappresentante.
A far saltare i piani, la minaccia di un ricorso al Tar Puglia da parte di Azione, il gruppo di Clemente che secondo i rumors circolati in aula era pronto a contestare la sfiducia approvata in assenza di motivazioni gravi come chiede lo Statuto. A quel punto il centrosinistra ha chiesto di votare contestualmente i tre passaggi per evitare che l’eventuale decadenza da parte del Tar potesse invalidare uno dei tre provvedimenti in votazione.
Il centrodestra, invece, ha controproposto di spacchettare in più sedute, in date diverse, i passaggi della sostituzione, della sfiducia e del sostituto di Clemente. Dopo un lungo tira e molla, tuttavia, la questione è stata accantonata per problemi interni agli alleati di governo in disaccordo nome da presentare in sostituzione di Clemente.
In particolare, il Governatore Emiliano aveva ipotizzato un civico, nel vertice di maggioranza s’è parlato dei consiglieri regionali Pietro Leoci o Giuseppe Tupputi. Nomi rispediti al mittente dal gruppo Pd che ha rivendicato per sé la casella contestando ai civici di aver bruciato un bonus con Antonio Tutolo, l’ex consigliere di Con passato nel gruppo Misto con l’incarico di presidente della seconda commissione.
Di qui la candidatura di Debora Ciliento, consigliera regionale della Bat fresca di vittoria congressuale con la mozione Schlein. Alla fine il centrosinistra non è riuscito a trovare la quadra e per evitare divisioni il caso Clemente è stato definitivamente rinviato alla prossima seduta. Una scelta dettata anche dalla prudenza e dalla necessità di metabolizzare il passaggio della mozione di sfiducia, uno strumento statutario utilizzato per la prima volta in consiglio regionale per riequilibrare i cinque posti disponibili nell’ufficio di presidenza, il cuore dell’aula deputato a disciplinare i lavori e gli ordini del giorno.