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Naufragio Crotone, Emergency: “Tragedia attesa e che si può ripetere”

(Adnkronos) - "Le rotte migratorie sono sempre esistite, non si possono fermare ma solo gestire in maniera intelligente, mettendo la vita delle persone in primo piano". Emanuele Nannini, responsabile Sar di Emergency, non usa giri di parole. La strage di ieri a largo delle coste di Crotone costata la vita, secondo una stima ancora provvisoria,…

(Adnkronos) – “Le rotte migratorie sono sempre esistite, non si possono fermare ma solo gestire in maniera intelligente, mettendo la vita delle persone in primo piano”. Emanuele Nannini, responsabile Sar di Emergency, non usa giri di parole. La strage di ieri a largo delle coste di Crotone costata la vita, secondo una stima ancora provvisoria, a 62 persone, tra cui decine di donne e bimbi era una “tragedia attesa”. “Se si innalzano muri la gente cercherà di scavalcarli – dice all’Adnkronos – e affronterà sempre più rischi per farlo. L’accordo Europa-Turchia è un chiaro esempio di come intercettazioni e restringimenti non solo non fermano i flussi ma li rendono molto più pericolosi. Così, invece, di fare poche miglia, dalla Turchia alla Grecia, sapendo che una volta arrivati vengono respinti affrontano oltre mille miglia di navigazione, cinque-sei giorni in mare per raggiungere l’Italia”.  

La soluzione per il responsabile Sar di Emergency è avere “canali sicuri, combattere le cause per cui queste persone migrano e oggi, in maniera emergenziale, fare in modo che ci sia un sistema di ricerca e soccorso per evitare che simili tragedie possano accadere”. Un sistema “praticamente assente in tutto il tratto greco e maltese, con le autorità de La Valletta che spesso danno istruzioni alle navi mercantili di non intervenire” in caso di barconi carichi di migranti in difficoltà nella propria zona Sar. Così nelle stesse ore in cui si moltiplicano le reazioni di “indignazione e cordoglio” per le vittime della strage di Cutro, ricorda Nannini, “nella frontiera più letale”, il Mediterraneo centrale, “non c’è nessuna nave di ricerca e soccorso”. “Quello che è accaduto in Calabria si potrebbe ripetere tra qualche ora. Assistiamo sempre alla stessa indignazione davanti a ogni tragedia ma non cambia mai nulla. Anzi, una grande nave, come la Geo Barents di Msf è bloccata, ferma in porto ad Augusta per 20 giorni per un cavillo”. 

Il dito ancora una volta è puntato sul decreto ong convertito in legge nei giorni scorsi. “Rende più difficile e lento il lavoro della flotta civile, che cerca di colmare il vuoto lasciato dalle Istituzioni europee e italiane, facendo sì che per molti giorni dell’anno quella rotta sia scoperta”, accusa Nannini, ricordando che da quando le nuova stretta anti ong è entrata in vigore “le partenze sono aumentate”. “Le nuove norme colpiscono solo il lavoro delle navi del soccorso civile che negli ultimi mesi hanno portato in salvo solo l’8 per cento delle persone effettivamente arrivate in Italia”. Ecco perché la nuova legge è “più una mossa politica e demagogica per far vedere che si è in linea con il programma elettorale” che una “reale soluzione” al fenomeno migratorio. Quanto alla “fantomatica teoria” delle ong come pull factor delle partenze, sostenuta da diversi esponenti della maggioranza, “è smentita dalla realtà dei fatti”.  

Né per il responsabile Sar di Emergency è percorribile la strada degli accordi con la Libia. “L’altra soluzione proposta dal Governo Meloni è aiutare la Guardia costiera libica a intercettare i barconi. Anche nella nostra ultima operazione di soccorso abbiamo raccolto le testimonianze di ragazzi che erano al loro terzo o quarto tentativo di attraversare il Mediterraneo. Tutte le volte erano stati intercettati e mandati nelle prigioni in mano ai trafficanti e avevano provato ancora e ancora a fuggire”. Dal Governo targato Meloni Emergency si aspetta di conoscere le “soluzioni che intende mettere in campo per affrontare davvero il fenomeno”, perché “sinora abbiamo visto solo leggi e decreti che aumentano i rischi e mettono in pericolo le vite”, conclude Nannini, mentre si prepara, a bordo della Life Support, a prendere il largo e a tornare nel Mediterraneo centrale. “Dopo la tragedia a largo delle coste calabre ci sentiamo ancora di più in dovere di fare quello che facciamo, soccorrere chi è in difficoltà e salvare vite”. La nave di Emergency, ferma al momento ad Augusta per una sosta tecnica dopo l’ultima operazione di soccorso, sarà l’unica della flotta civile al momento presente nel Mediterraneo centrale.  

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