Se doveva essere la fine di un ciclo, allora si è chiuso nel modo peggiore possibile. L’Italia esce a pezzi dalla “Finalissima”, la sfida tra i due mondi, che ha messo davanti l’Argentina campione del Sud America agli azzurri campioni d’Europa. Ma di quella squadra non c’è davvero più traccia. La magia della scorsa estate è svanita, divorata dall’amarezza dell’esclusione dal mondiale, la seconda consecutiva. Roberto Mancini aveva parlato di chiusura di un cerchio, ebbene forse il cerchio si era chiuso già qualche mese fa, il 23 marzo scorso, giorno della nefasta sconfitta al “Barbera” di Palermo contro la modesta Macedonia. La sconfitta di ieri sera rischia di minare la già poca autostima di una Nazionale apparsa stanca e senza idee.
Mancini affonda sotto i colpi di Lautaro Martinez e Di Maria. Avercene davanti due così, avrà pensato il commissario tecnico della Nazionale, che nel prossimo biennio dovrà inventarsi qualcosa per risolvere la sterilità in attacco dell’Italia. Dietro invece l’allenatore azzurro può stare tranquillo: Donnarumma è una certezza, nonostante un’annata non straordinaria a Parigi. Se non fosse stato per le parate di Gigio il passivo sarebbe stato ben più pesante, chiedere a Leo Messi – ieri col piede caldissimo – e soprattutto ad Angel Di Maria. Entrambi fermati dal numero uno azzurro in almeno un paio di occasioni.
L’Argentina chiude la partita nel primo tempo. Il vantaggio arriva al 28’, quando gli azzurri perdono palla sulla trequarti campo, Messi va via di prepotenza a Di Lorenzo, poi mette in mezzo per Lautaro che batte Donnarumma. Protesta degli azzurri per un presunto fallo su Bernardeschi, ma per l’arbitro è tutto regolare. L’Argentina raddoppia al primo minuto di recupero. Tanti però gli errori degli azzurri. Rinvio del portiere verso Lautaro: Bonucci, ammonito, è molle nel contrasto. La palla arriva a Di Maria, che brucia nello scatto Chiellini, entra in area e segna senza che Donnarumma provi ad uscire.
Il secondo tempo è un monologo della Selección che gioca sul velluto, chiamando gli “Olè” del pubblico. Un’umiliazione per i campioni d’Europa, che però si innervosiscono senza riuscire mai a essere pericolosi in attacco. Ci pensa Paulo Dybala a chiudere definitivamente il match con una sassata dal limite. Termina così, con un 3-0 senza appello. Per gli azzurri è tempo di cambiare pagina, nella speranza di aprire un nuovo ciclo.