Incentivare il turismo lento, sostenibile, attraverso trekking ed escursioni, e promuovere allo stesso tempo il territorio. È questa la mission di “Cammini d’Italia” che, nata come una semplice community social di appassionati, è diventata per i suoi protagonisti un vero e proprio lavoro.
Vincenzo Caruso di Trani, Davide Nanna di Casamassima e Francesco Boggi residente nella Marche hanno così dato vita a un nuovo percorso lavorativo, trasformando la loro passione in qualcosa di più.
«Il progetto è nato nel 2017 grazie a un’intuizione di Davide a cui si è unito Francesco e poi io – spiega Vincenzo -. L’idea è nata quasi per gioco con la creazione di una pagina social, ma l’obiettivo era chiaro sin dall’inizio: volevamo creare una cultura intorno al mondo dei cammini e dell’escursionismo. Avevamo la consapevolezza di poter raggiungere altri traguardi e quindi abbiamo cercato nuove soluzioni per diventare punto di riferimento dei camminatori in Italia. L’idea è quella di mettere a disposizione più piattaforme per soddisfare le esigenze degli utenti».
Ad oggi la community “Cammini d’Italia” su Facebook conta migliaia di seguaci e due gruppi, 122 mila follower su Instagram, oltre ad essere presente su Youtube, Telegram, Spotify e TikTok. Il portale l’anno scorso ha avuto 1 milione di visite ed è presente anche un’app che permette di navigare all’interno dei cammini. «Il nostro intento – continua il tranese – è stato quello di trasformare questa passione per il trekking in un vero e proprio lavoro». La valorizzazione dei cammini d’Italia passa anche dalla provincia di Barletta-Andria-Trani attraverso la via Francigena del Sud, precisamente lungo la via litoranea che passa anche attraverso alcune città della Bat. Inoltre, è in programma l’apertura di una nuova tratta del cammino materano, la via Sveva, dove il punto di partenza e di arrivo sarà Trani.
«Nella Bat e in generale nel Sud Italia – spiega Caruso – c’è molto interesse intorno alle esperienze di escursioni e trekking giornalieri, ma siamo ancora indietro rispetto al nord Italia. Negli ultimi anni c’è stata una maggiore risposta da parte dei giovani, ma bisogna ancora fare tanto. L’alpinismo, ad esempio, è radicato al Nord ed è diverso da quello che si può fare nel Sud ma qui è altrettanto stimolante. Con il nostro progetto vogliamo far scoprire il territorio in maniera differente».
Un turismo diverso, lento e sostenibile, fortemente in crescita e in ascesa soprattutto dopo il periodo della pandemia. «Dopo il Covid emerge una sensibilità diversa, si vogliono riscoprire alcuni aspetti della vita che si stavano perdendo. Ecco perché molti si stanno riavvicinando alla natura abbandonando i contesti legati all’ambiente urbano».