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Turismo, boom per il “ponte”, ma estate in “economy”. Bene le prenotazioni ma le famiglie spenderanno il 10% in meno

Il primo maggio e il 25 aprile avevano scritto un verdetto inequivocabile: i pugliesi, e non solo, hanno voglia di viaggiare dopo due anni di limitazioni. È tornato il turismo nazionale e, più lentamente, anche quello straniero. Soprattutto negli agriturismi pugliesi si registra il tutto esaurito, con un incremento del 20% rispetto al 2019, anno…

Il primo maggio e il 25 aprile avevano scritto un verdetto inequivocabile: i pugliesi, e non solo, hanno voglia di viaggiare dopo due anni di limitazioni. È tornato il turismo nazionale e, più lentamente, anche quello straniero. Soprattutto negli agriturismi pugliesi si registra il tutto esaurito, con un incremento del 20% rispetto al 2019, anno prima della pandemia, stando ai dati diffusi dall’associazione Terra Nostra. Un risultato importate se si considera che altri parametri dell’economia, a cominciare dalla produzione industriale, ancora non sono tornati ai livelli pre Covid.

Si spenderà il 10% in meno

Se i numeri delle prenotazioni fanno ben sperare, il discorso cambia quando si prende in considerazione la spesa che gli italiani sosterranno per l’intera stagione estiva. Secondo una ricerca realizzata dalla Cia, Confederazione italiana agricoltori, si spenderà il 10% in meno. I rincari, soprattutto quelli energetici, hanno lasciato cicatrici profonde nelle famiglie che, inevitabilmente, tenderanno a contenere le spese.

Per la festa della Repubblica un terzo verrà speso in cibo

«Un settore in forte ripresa quello turistico – sottolineano da Terra Nostra – dopo le difficoltà degli ultimi 2 anni con locali svuotati, personale a riposo e prodotti invenduti». Una fetta importante dei soldi che gli italiani destineranno alla festa della Repubblica andrà in cibo. «Se la tavola con la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata a far scegliere l’agriturismo – afferma Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia – è la spinta verso un turismo che privilegia l’ambiente, il paesaggio e l’accoglienza familiare, calda ma professionale, che ha portato le strutture ad incrementare l’offerta di attività con servizi innovativi. Con iniziative sportive ma anche attività culturali, come la visita di percorsi archeologici, naturalistici o di wellness».

Torna a crescere il turismo congressuale

Non ci sono solo il mare e i borghi a trainare la crescita turistica del territorio. È in netta ripresa anche quello congressuale. Secondo l’Osservatorio del turismo della Regione Puglia, il recupero dei flussi di incoming dall’estero verso la Puglia si completerà entro il 2024. L’occasione per fare il punto è stata la partecipazione di una delegazione di PugliaPromozione all’Imex Francoforte. «Siamo fiduciosi di poter arrivare a questo traguardo anche prima del 2024, i segnali per l’estate 2022 sono già molto interessanti» fa notare Luca Scandale, direttore generale dell’agenzia. Non nasconde, però, l’impatto della guerra sui numeri. «Per quest’anno e forse per i prossimi – afferma – dovremo rinunciare al fatturato che prima della pandemia era generato dai visitatori russi, percentuale che sale considerando anche gli ucraini. È una perdita che possiamo recuperare, investendo per attrarre nuovi mercati, in particolare in quelli della meeting industry, oltre che del segmento lusso».

Campeggi: prenotazioni su del 12%

Stando ai dati diffusi da Federconsumatori, la tendenza dell’estate 2022 sarà quella di prediligere i posti a contatto con la natura. Dato per scontato il successo degli agriturismi, che hanno registrato segnali di crescita anche durante la pandemia, sono i campeggi e i villaggi turistici le mete attese in maggiore crescita (più 6% rispetto al 2021). Tra le scelte dei turisti che prediligono le vacanze all’aria aperta, la Puglia è la terza più scelta, con l’11% delle preferenze di chi ha risposto al sondaggio promosso dall’associazione dei consumatori. Fanno meglio soltanto il Veneto (12%) e la Toscana (13%). L’aumento, però, non è solo nelle prenotazioni ma anche nei prezzi. Si stimano rincari rispetto a un anno fa del 6%. «Serve un patto con i consumatori e, quindi, con i turisti – sottolinea Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia – che li renda partecipi del valore prodotto in agricoltura, quale asset strategico della promozione turistica ed enogastronomica nazionale, per scelte più consapevoli e sempre di qualità. Tra i migliori alleati che abbiamo per farlo, c’è proprio il settore agrituristico».

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