(Adnkronos) – “Gentile Direttore, caro Alessandro, c’è un limite invalicabile alla critica ed è quello di aver sempre accanto il beneficio della verità. O almeno dell’interpretazione di un fatto realmente accaduto”. Lo scrive Giorgio Mulè, vice presidente della Camera ed esponente di Forza Italia, in una lettera al direttore di ‘Libero’, Alessandro Sallusti, in cui esprime il suo dispiacere per un editoriale sul quotidiano di ieri “su un fatto mai accaduto. Chiamiamolo col suo nome: una patacca. Sulla vicenda dell’onorevole Montaruli mi hai attribuito di aver ‘provato a girare il coltello nella piaga con una uscita di prima mattina intempestiva e violenta nei confronti degli alleati'”.
“Caro Alessandro, non ho mai pronunciato questa frase e neppure è tollerabile una sintesi che riporti le parole che tu mi hai attribuito tra virgolette”. Intervistato ieri ida Rainews24 “ho replicato, come ripeto da giorni, di non ravvisare alcun motivo perché presenti le dimissioni dall’incarico sia perché i fatti sono stati chiariti sia perché giudico una barbarie chi usa indagini – per giunta preliminari – per fini politici”. Incalzato dai giornalisti presenti, casomai sarebbero dovuti essere lei e il suo partito a valutare quest’opportunità e che l’eventuale ulteriore valutazione sull’imbarazzo che questa vicenda avrebbe creato all’esecutivo” spettava solo a Montaruli e a Fratelli d’Italia”.
“Per questo ho trovato davvero ingiusta la sintesi che, basata su parole da me mai pronunciate, hai fatto sul tuo giornale. Tralascio il contenuto dell’ignobile e anonimo comunicato diffuso nel pomeriggio dalle agenzie di stampa attribuito a ‘fonti autorevoli’ di Fratelli d’Italia che mi riguardava. Lo cito unicamente per sottolinearti quanto questa subcultura della vigliaccheria sia lontana anni luce dalla mia persona e non troverà mai cittadinanza nella mia modalità di confronto”. La replica di Sallusti: “Gentile onorevole, se si fosse trattato di una patacca non credo che Fratelli d’Italia avrebbe reagito come ha reagito né che tutti i giornali d’Italia l’avrebbero riportata con grande evidenza in prima pagina. Ammetto la sintesi eccessiva che però non cambia la sostanza di aver lei auspicato le dimissioni di un sottosegretario di un partito alleato in quanto colpito da ‘sentenza definitiva’, alias pregiudicato”.