«Prima di qualsiasi intervento, aspettiamo i dati Arpa aggiornati al 31 marzo. L’agenzia sta effettuando rilievi più precisi sul nostro territorio» commenta il sindaco di Torchiarolo Elio Ciccarese in merito ai dati Arpa che hanno mostrato livelli di Pm10 e Pm2.5, le particelle di microinquinanti, nel territorio di Torchiarolo superiori ai livelli consentiti dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria.
In provincia di Brindisi, per il Pm10 è stato oltrepassato il numero massimo di superamenti giornalieri del valore di 50 microgrammi al metro cubo, con 46 superamenti contro i 35 consentiti. Il dato però include anche il contributo naturale delle polveri desertiche. Scorporando tale contributo, il numero di superamenti si riduce a 38, valore comunque superiore al massimo consentito.
Secondo l’agenzia regionale il superamento della concentrazione di polveri sottili è attribuibile al noto fenomeno delle emissioni da combustione di biomassa verde. Il fenomeno riducibile all’incendio di sterpaglie e alberi è stato negli anni passati più volte tenuto sotto la lente di ingrandimento tanto da certificare il comune come il sito con i valori di Pm10 più elevati dell’intera regione.
Sulla questione si è schierata la vecchia e la nuova amministrazione comunale. L’attuale sindaco Elio Ciccarese trova «davvero curioso che i dati siano aumentati in concomitanza della riapertura dei tre gruppi della centrale termoelettrica di Cerano» che ha ripreso a pieno ritmo le attività dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. E puntualizza sulla questione biomasse chiarendo che «sono anni ormai che il fenomeno dell’incendio delle biomasse non avviene più nella zona in quanto sono stati stretti accordi con aziende specializzate che si occupano dello smaltimento e della macinatura di alberi e sterpaglie». Sulla falsa riga del primo cittadino anche l’ex sindaco Flavio Caretto che in un post su Facebook ha chiarito la sua posizione. «Le dichiarazioni di Arpa sono offensive all’intelligenza umana. Le biomasse verdi sono sparite da Torchiarolo. È più comodo dire biomasse che Federico II, così non scomodiamo i potentati economici. La centrale era sulla via della dismissione, poi negli ultimi mesi la riaccensione e il risultato è visibile in termini di qualità dell’aria». conclude l’ex sindaco.