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Contrada, accolta domanda riparazione ingiusta detenzione

(Adnkronos) - "La corte d'appello di Palermo, sezione prima, ribaltando decisione in precedenza assunta dalla Corte d'appello, sezione seconda di Palermo, pronunciandosi a seguito di rinvio della Cassazione, ha accolto la domanda di riparazione per ingiusta detenzione formulata da Bruno Contrada, assistito dall'avvocato Stefano Giordano, riducendo però l'entità dell'indennizzo a 285.342 euro". E' quanto fa…

(Adnkronos) – “La corte d’appello di Palermo, sezione prima, ribaltando decisione in precedenza assunta dalla Corte d’appello, sezione seconda di Palermo, pronunciandosi a seguito di rinvio della Cassazione, ha accolto la domanda di riparazione per ingiusta detenzione formulata da Bruno Contrada, assistito dall’avvocato Stefano Giordano, riducendo però l’entità dell’indennizzo a 285.342 euro”. E’ quanto fa sapere il legale dell’ex capo della Squadra mobile di Palermo Contrada, oggi novantenne. Lo scorso 25 giugno la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell’avvocato Stefano Giordano, aveva annullato con rinvio l’ordinanza con la quale la Corte d’Appello di Palermo aveva rigettato la domanda di riparazione per ingiusta detenzione formulata nell’interesse di Bruno Contrada “per la pena sofferta con effetto della sentenza dichiarata ineseguibili e improduttiva di effetti penali dalla Cassazione del 2017”. 

Nel gennaio 2021 la Cassazione aveva annullato con rinvio l’ordinanza di risarcimento della Corte d’Appello di Palermo che aveva riconosciuto all’ex 007 la riparazione per ingiusta detenzione, quantificandola in 667.000 euro. Dopo il no dei giudici di Appello, dunque, lo scorso 15 dicembre la questione è stata affrontata nuovamente dai giudici d’Appello, che hanno rivalutato il ricorso presentato dall’avvocato Giordano. Dopo la prima bocciatura, il legale aveva contestato violazione “per ben due volte il giudicato della Corte Europea, su cui il giudice interno non ha alcun margine di discrezione”. 

A dicembre ci furono dei momenti di tensione in aula, nel corso dell’udienza per la domanda di riparazione di ingiusta detenzione per Bruno Contrada. Al termine dell’intervento del sostituto procuratore generale Carlo Marzella, che aveva ripercorso i momenti salienti della sua vicenda giudiziaria leggendo stralci della sentenza, Bruno Contrada, si era alzato, non senza difficoltà in quanto affetto da grossi problemi di deambulazione, mostrando il suo certificato penale. E rivolgendosi direttamente al pg Marzella, Contrada aveva esclamato: “Ecco a lei il mio certificato penale: E’ nullo! io sono stato assolto. Io sono incensurato come risulta dal certificato. Ha capito? Lei mi accusa di cose non vere”. A quel punto era intervenuta la Presidente della corte Adriana Piras, che aveva detto: “Lei non si può mettere a tu per tu con il procuratore, lei può fare tutte le sue dichiarazioni, ma non le è consentito in maniera assoluta di mettersi in interlocuzione diretta con il procuratore generale”. E Contrada di rimando: ” Non posso ammettere che si dicano cose non vere”. Gli animi si erano poi calmati, Contrada, raggiunto dal figlio Guido – che è legale – si è riseduto e l’udienza è ripresa con l’intervento del legale di Contrada, Stefano Giordano. Oggi la decisione della Corte d’appello. 

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