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Rientro dei cervelli 2022, guida Agenzia Entrate

(Adnkronos) - Sono arrivano le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate per i benefici fiscali previsti per il rientro dei cervelli in Italia. Istruzioni che riguardano ricercatori e docenti, tornati nel nostro Paese dall’estero prima del 2020 e che intendono continuare a usufruire dell’imposizione agevolata prevista. Con una circolare, l’Agenzia delle Entrate chiarisce l’ambito applicativo dell’opportunità introdotta…

(Adnkronos) – Sono arrivano le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate per i benefici fiscali previsti per il rientro dei cervelli in Italia. Istruzioni che riguardano ricercatori e docenti, tornati nel nostro Paese dall’estero prima del 2020 e che intendono continuare a usufruire dell’imposizione agevolata prevista. Con una circolare, l’Agenzia delle Entrate chiarisce l’ambito applicativo dell’opportunità introdotta dall’ultima legge di bilancio, che permette a docenti e ricercatori di estendere il regime di favore fino a un massimo di tredici periodi di imposta complessivi: l’amministrazione ricorda che con l’entrata in vigore della manovra di quest’anno ”possono optare per l’estensione delle agevolazioni a otto, undici o tredici periodi di imposta complessivi, previo versamento di un importo in unica soluzione”.  

Questa possibilità è assicurata a condizione che i contribuenti siano stati iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero oppure che siano cittadini di Stati Ue, che abbiano già trasferito in Italia la residenza prima del 2020 e che al 31/12/2019 fruivano nell’agevolazione prevista per il rientro dei ricercatori.  

Inoltre i contribuenti devono essere diventati proprietari di un’abitazione in Italia successivamente al trasferimento, nei dodici mesi precedenti oppure entro diciotto mesi dalla data di esercizio dell’opzione e/o avere da uno a tre figli minorenni. L’opzione si perfeziona con il pagamento di un importo che varia in base al numero dei figli.  

L’Agenzia delle Entrate chiarisce come interpretare il requisito della presenza nel nucleo familiare di avere figli minorenni, anche in affido preadottivo. Questo requisito, spiega l’Agenzia, deve essere presente nel periodo di imposta in cui è effettuato il versamento. La circostanza che i figli compiano 18 anni in un momento successivo non determina pertanto la perdita dei benefici fiscali per l’intero periodo previsto.  

Un altro chiarimento fornito dalle Entrate riguarda il requisito di acquisto di un’unità immobiliare entro diciotto mesi dalla data di esercizio dell’opzione mediante il versamento. Questo termine, spiega l’Agenzia, va calcolato secondo il calendario comune e comprende il periodo che arriva fino al giorno precedente la conclusione dei 18 mesi. Ad esempio, in caso di versamento effettuato entro il 10 febbraio 2022, l’acquisto dell’unità immobiliare dovrà essere concluso e perfezionato entro e non oltre il 9 agosto 2023.  

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