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Matera, il consigliere Nicola Stifano (M5s): «Chiedo scusa a tutti, ma non mi dimetto»

Non si placa a Matera la polemica che riguarda il consigliere comunale e presidente della Commissione Cultura del Comune, Nicola Stifano, il quale è accusato della «condivisione di contenuti social intrisi di misoginia e sessismo». In questi giorni sono state varie le denunce di rappresentanti istituzionali, politici e sociali che hanno contestato il grave atto…

Non si placa a Matera la polemica che riguarda il consigliere comunale e presidente della Commissione Cultura del Comune, Nicola Stifano, il quale è accusato della «condivisione di contenuti social intrisi di misoginia e sessismo». In questi giorni sono state varie le denunce di rappresentanti istituzionali, politici e sociali che hanno contestato il grave atto e criticato il “rumoroso” silenzio da parte del sindaco di Matera, Domenico Bennardi e dell’assessora alla Cultura, Tiziana D’Oppido. In esclusiva per “L’Edicola del Sud”, Stifano ha voluto chiarire la sua posizione in una intervista.

Cosa vorrebbe dire su quanto accaduto?
«Sono profondamente dispiaciuto e come ho già ribadito chiedo scusa a tutti coloro che possono essersi sentiti offesi dal mio gesto incauto di pubblicare un tale video, dai cui contenuti sessisti mi dissocio totalmente. Mai potevo pensare che ci sarebbe stato un accanimento sulla mia persona che sfociasse anche al di là del mio ruolo amministrativo».

Perché ha condiviso quel video?
«C’è stato un evidentissimo fraintendimento. Ho incautamente condiviso un video, che neanche avevo visto per intero preso dalla frenesia del social, pensando (errando) di smorzare le sterili polemiche sollevate da un gruppo ristretto di genitori sul nuovo servizio mensa. Quando, in seguito, mi segnalano il contenuto sessista del video ne prendo subito le distanze, mi dissocio pubblicamente e chiedo apertamente scusa a tutti coloro che, col mio superficiale gesto, si sono risentiti. Ho subito telefonato al sindaco per ribadirgli i miei immutati impegni e principi nella salvaguardia della dignità delle donne. Dunque ho condiviso il video senza avere la minima contezza del suo miserabile contenuto, ma al solo scopo di difendere l’operato dell’amministrazione, che avevo seguito con interlocuzioni con l’assessore di riferimento, ma anche a seguito di segnalazioni positive sul cibo della mensa ricevute da tante mie colleghe docenti».

Come mai non si è dimesso?
«Semplicemente perché rigetto le accuse rivoltemi. Non sono un sessista, nè un misogino nè era mia intenzione avvallare quanto riferito dall’autore del video. Contenuti da cui mi dissocio completamente. Mi sembra di stare operando bene nel mio ruolo di presidente di commissione Cultura. E vorrei continuare a farlo. Per quanto riguarda le Pari opportunità sono assolutamente contro ogni sopruso o ingiustizia nei confronti dei più deboli o di chi è discriminato. A partire dai bambini, anziani, donne o altro. Sono per il rispetto dei diritti di tutti».

Non crede che può riscattare la sua immagine anche non ricoprendo il ruolo di presidente della Commissione?
«Significherebbe avallare qualcosa che non ho commesso e che non mi appartiene. A parte l’incauto gesto di pubblicare il video dal mio profilo personale per il quale sono profondamente dispiaciuto. Sono a favore dei diritti di tutti cittadini. E soprattutto la Commissione che presiedo ha tante deleghe, dai Sassi al Cinema o al turismo, ecc».

Lei è del M5s, che da sempre combatte la “casta” in politica. Nella sua esperienza da presidente per ben due volte l’opinione pubblica le ha chiesto di dimettersi dinanzi a degli “scivoloni”, ma lei ha preferito declinare. Regge ancora il “non siamo come loro”?
«No, si sbaglia non c’è una seconda volta. Quell’occasione mi vide, mio malgrado protagonista su altro argomento di cui ho espresso semplicemente la mia idea. Senza voler andare contro le donne o chicchessia. Anzi a favore di tutti. Condannavo ogni genere di violenza. Nient’altro».

Come giudica il silenzio del sindaco Bennardi e delle assessore D’Oppido e Piscopiello sul suo caso?
«Come ho già spiegato prima, appena mi avvedo del fraintendimento mi premuro di chiamare il sindaco per fornirgli i giusti chiarimenti. Appresa della mia pronta dissociazione rispetto al contenuto del video, ha accettato le mie scuse e pertanto non ha ritenuto di dover rafforzare la mia rappresentazione dei fatti».

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