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Autonomia differenziata, scontro a distanza tra Emiliano e il ministro Salvini

Da una parte c’è il governatore pugliese Michele Emiliano che bolla come «offensiva» l’affermazione del ministro Roberto Calderoli secondo cui l’autonomia differenziata aiuterà il Mezzogiorno. E dall’altra c’è il vicepremier Matteo Salvini, convinto che il basso livello della sanità in territori come Puglia e Campania non sia da addebitare all’autonomia ma semplicemente all’incapacità di chi…

Da una parte c’è il governatore pugliese Michele Emiliano che bolla come «offensiva» l’affermazione del ministro Roberto Calderoli secondo cui l’autonomia differenziata aiuterà il Mezzogiorno. E dall’altra c’è il vicepremier Matteo Salvini, convinto che il basso livello della sanità in territori come Puglia e Campania non sia da addebitare all’autonomia ma semplicemente all’incapacità di chi è chiamato ad amministrarli. Si consuma così lo scontro tra il Governo e le Regioni contrarie al disegno di legge approvato giovedì pomeriggio dal Consiglio dei ministri.

A fornire a Emiliano l’assist per criticare nuovamente il ddl è il dodicesimo congresso della Cgil campana, al quale il presidente pugliese partecipa in videocollegamento: «Calderoli fa una dichiarazione che considero offensiva, dice che già adesso ci sono differenze tra Nord e Sud e che l’autonomia servirà a superarle». Secondo Emiliano «era più corretta la posizione di chi diceva il Sud è perduto e bisogna staccarlo dall’Italia e correre da soli. Trovo molto più leale la posizione di chi diceva “facciamo uno Stato federale e ognuno per sé”. Ma questo racconto che l’autonomia serve ad aiutare il Mezzogiorno è veramente una posizione, oltre che illogica, anche delirante». Emiliano, poi, si lancia in una previsione: il progetto di autonomia differenziata varato dal governo di centrodestra potrebbe essere accantonato qualora, alle elezioni regionali lombarde in programma il 12 e il 13 febbraio prossimi, Fratelli d’Italia dovesse superare Lega e Forza Italia. Secondo il governatore pugliese, infatti, l’accelerazione impressa al regionalismo col voto di giovedì pomeriggio altro non è che una strategia per consentire alla Lega di portare a casa un risultato importante e di bilanciare così un risultato elettorale che si annuncia tutt’altro che lusinghiero. «Se la Lega va sotto il risultato di Fratelli d’Italia, cambiano gli assetti interni al Governo in maniera ancora più negativa per la Lega e Fi. Temo e spero che, dopo le regionali in Lombardia, questo discorso sull’autonomia possa estinguersi».

Si vedrà. Nel frattempo, il no al ddl Calderoli ricompatta la vecchia maggioranza di Emiliano in Consiglio regionale. Contraria è Loredana Capone, presidente dell’assemblea, che parla di «una pagina politica tra le più brutte che il nostro Paese abbia mai conosciuto». Opinione sostanzialmente condivida da Fabiano Amati, capogruppo di Azione che ha recentemente detto addio alla maggioranza di Emiliano: «La proposta di maggiore autonomia delle regioni era ed è un’idiozia. In Europa avremmo invece bisogno di minore autonomia degli Stati per assicurarci riforme e progresso».

La replica della Lega non tarda ad arrivare. E arriva per bocca del leader leghista e vicepremier Matteo Salvini che punta il dito proprio contro il presidente della Puglia e quello della Campania. «Se in alcune regioni il livello di assistenza sanitaria è scadente, non è per l’autonomia, che non c’è, ma per l’incapacità di alcuni governatori, penso a De Luca ed Emiliano, che chiacchierano e per anni non hanno fatto nulla». L’autonomia, a parere di Salvini, «prevede solo che chi si sente pronto potrà scegliere di esercitare a livello locale una delle 23 competenze che la sinistra ha messo nella Costituzione, spendendo meno e dando servizi migliori».

Insomma, restano alti i toni dello scontro tra il governo Meloni e il fronte che si oppone all’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione. E tutto lascia ritenere che la contrapposizione diventerà ancora più aspra nelle prossime settimane, quando il ddl Calderoli, appena licenziato dal Governo, sarà sottoposto al vaglio da parte del Parlamento.

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