«È come se avessimo un equipaggio con 20 vogatori e, per far migliorare quelli meno efficienti, dessimo i remi più lunghi e potenti a quelli più forti. La teoria non sta insieme». È questa l’immagine che ha utilizzato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando di autonomia differenziata nel corso della trasmissione “Timeline” su Sky Tg24.
«Noi avevamo chiesto di dare a tutti dei remi più lunghi, facendo però allenare ogni vogatore per arrivare ai livelli migliori. Questi sono i Lep, i livelli essenziali nelle prestazioni, non basta scriverli», ha aggiunto fuor di metafora Emiliano.
Per il presidente della Regione Puglia «bisogna investire 60-70 miliardi in personale e infrastrutture, per consentire al Sud di arrivare ai livelli del Nord. È un processo lungo, a cui non siamo contrari, abbiamo accettato di discuterne. Siamo invece contrari all’idea di fare questa riforma rapidamente. In questo senso, temo che la fretta sia dettata dalla volontà di non far fare brutta figura alla Lega nelle elezioni in Lombardia e questo è vergognoso, ci indigna profondamente», ha proseguito Emiliano.
«Noi potremo accettare che ci sia una superdotazione di alcune Regioni che lo chiedono e di altre che non lo chiedono solo quando le Regioni saranno messe tutte sullo stesso livello di partenza, con un riequilibrio preliminare che, nella migliore delle ipotesi, costerebbe tra i 50 e i 60 miliardi», ha sottolineato il governatore pugliese spiegando che «se il Governo dice che non c’è una lira, non si può parlare di autonomia. Noi saremmo d’accordo con lo Stato se prevedesse un progetto decennale volto a riequilibrare Nord e Sud, con diritti uguali per tutti. Una volta equiparate, nulla vieterà di dare più potere alle regioni che lo richiederanno. Oggi però parliamo di intese uniche tra regioni e governo per dare solo ad alcune di esse più poteri. Un’impresa con più sedi, avrebbe in alcune regioni come interlocutore la Regione, in altri lo Stato: sarebbe una follia».