La legge di bilancio “taglia” le scuole del Mezzogiorno. La norma sul dimensionamento scolastico, inserita nella manovra, prevede infatti fusioni di sedi e d’organico che potrebbero portare alla chiusura di 40 scuole in Puglia. In Campania, invece, dove a rischio sarebbero 120 scuole, il governatore Vincenzo De Luca annuncia battaglia. «Impugneremo la legge davanti alla Corte Costituzionale» ha affermato il presidente campano, invitando i governatori del Mezzogiorno a fare fronte comune.
Stando a quanto previsto dalla legge di bilancio, gli accorpamenti saranno decisi entro il 30 novembre ed entreranno in vigore nell’anno scolastico 2024/2025. Tuttavia, è già possibile fare una stima degli istituti che potrebbero essere coinvolti dal taglio. A essere più penalizzate, sarebbero proprio le regioni del Mezzogiorno. È il caso della Campania con oltre 140 fusioni, tagli di personale e di dirigenti scolastici. Il primo ad attaccare il provvedimento del Governo è stato proprio De Luca. «Abbiamo deciso di impugnare la decisione del governo sul dimensionamento della scuola davanti alla Corte Costituzionale – ha annunciato il presidente campano -Siamo i primi a farlo, speriamo che altre regioni del Mezzogiorno ci seguano». In Puglia, a fare da spalla al governatore campano è l’assessore alla Scuola Sebastiano Leo. «La Puglia – ha dichiarato Leo – è allineata alla Campania. Auspico che le altre regioni del Sud, ma anche di tutta Italia, si uniscano a questa battaglia che vede il Mezzogiorno più colpito rispetto al resto del Paese». Chiamato in causa dalle parole degli amministratori del Sud, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha replicato sottolineando il ruolo avuto dalle disposizioni dell’Unione europea. «Le scelte del dicastero – ha spiegato Valditara – vanno nella doppia direzione di mitigare gli effetti delle normative precedenti e osservare i vincoli dell’Ue, in attuazione del Pnrr: non si può essere europeisti a corrente alternata».
Resta aperta la possibilità che il Ministero dell’Istruzione, dell’Economia e la Conferenza unificata non trovino un accordo. In tal caso, il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi verrebbe calcolati sulla base di un coefficiente tra 900 e mille alunni per scuola. «La norma – ha ribadito il ministro – non prevede chiusure di plessi scolastici, ma l’efficientamento della presenza della dirigenza sul territorio, eliminando l’abuso della reggenza».