C’è tanto Mezzogiorno nel report sulla gestione della spesa per gli stipendi del personale nei capoluoghi di provincia realizzato dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana di Adnkronos. Mentre si dibatte sull’autonomia differenziata e le difficoltà nella partecipazione ai bandi del Pnrr dei comuni più fragili, arriva un messaggio molto chiaro da molte amministrazioni locali. Passati in rassegna i numeri, è stato attribuito un punteggio a ogni ente che va da “CCC” fino a “AAA” per i più virtuosi. Ad ottenere il massimo punteggio sono sedici capoluoghi: tutti meridionali. Tra questi ci sono anche i pugliesi Taranto, Foggia e Andria. Una efficienza che emerge anche da un’altra classifica realizzata sempre dalla Fondazione: quella relativa alle spese postali. Tra i comuni che risultano più attenti a questa voce di costi, ottenendo così il massimo rating, venti in tutto, c’è anche un capoluogo pugliese: Taranto. Prendendo in considerazione le due graduatorie, dunque, il capoluogo ionico spicca ottenendo il massimo in entrambe. Rispetto alla classifica sugli stipendi dei dipendenti, però, c’è una rappresentatività territoriale più variegata, con Vercelli che occupa il gradino più alto del podio con soli 8.192,14 euro spesi nel 2021. A fermarsi alla doppia “A”, invece, altri due capoluoghi pugliesi: Bari e Brindisi (stesso risultato anche per gli stipendi).
Conti in regola ma Pnrr a rischio
Se da un lato questi numeri evidenziano la capacità di contenere i costi, dall’altra palesano le esigue disponibilità di organico che rischiano di annullare gli sforzi del Pnrr che deve destinare al Mezzogiorno, si ricorda, almeno il 40 per cento delle risorse.
Regioni e dipendenti: guida la Puglia (con il Veneto)
Il Sud si è ben difeso anche nella classifica relativa alle Regioni. La Puglia, in particolare, si è classificata al primo posto a parità con il Veneto. Chiude la graduatoria la Sicilia.
Al Sud nei Comuni i lavoratori sono meno formati
Lo studio realizzato dalla Fondazione è andato oltre il semplice calcolo dei costi relativi al personale e ai servizi postali. Ha scavato nei profili degli impiegati, riuscendo a fotografare il livello di formazione dei dipendenti. È emerso che a Palermo e Catania la percentuale di laureati è meno della metà della media nazionale, che a Catania solo 3 dipendenti comunali su 100 hanno meno di 50 anni e che ancora a Catania, ma anche a Siracusa e a Lamezia Terme, la percentuale di dipendenti con qualifiche dirigenziali è particolarmente bassa. È la stessa Fondazione, nel report, ad ammettere che sono le amministrazioni meridionali quelle particolarmente deficitarie. La conseguenza, si legge, è che questi comuni sono “certamente in grandissima difficoltà sia nella fornitura di servizi ai propri cittadini sia nella realizzazione di infrastrutture, perché le Amministrazioni presentano forti carenze in quantità e/o in qualità nel personale disponibile, ovvero perché il personale si è contratto in misura assai significativa”. Esistono, però, piccole isole che seppure sarebbe eccessivo definire “felici” quantomeno si difendono. In Puglia è il caso di Foggia, Andria, Taranto, Barletta, Brindisi e, in Basilicata, Matera. Nulla toglie, però, al generale deficit al quale, evidentemente, neanche gli interventi straordinari dello scorso governo per rimpinguare le forze delle piccole e medie amministrazioni hanno dato risultati soddisfacenti. Tutti aspetti sui quali la politica è chiamata ad interrogarsi e a dare risposte.
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Di Redazione15 Novembre 2024
