Si fa sempre più critica la situazione nel plesso regionale ex Ciapi di proprietà della Regione Puglia nella zona industriale di Bari che va sgomberato nel giro di 12 giorni. La struttura ospita la sede di Arpal, l’agenzia per il lavoro e l’assessorato al lavoro e alla formazione professionale, ma l’intero edificio è a rischio di crollo stante la vulnerabilità sismica e i difetti di staticità riscontrati dai normali controlli che impongono l’evacuazione del personale entro e non oltre il 31 gennaio per procedere a lavori di messa in sicurezza e risanamento.
Rischiano di restare per strada 150 lavoratori dell’Arpal e un’ottantina in servizio all’assessorato.
Nei giorni scorsi l’assessore al lavoro Sebastiano Leo ha provato a sondare la possibilità di utilizzare gli spazi non occupati della sede del consiglio regionale in via Gentile. È stato effettuato un sopralluogo alla presenza del capo dipartimento Silvia Pellegrini, del direttore di Asset Elio Sannicando e dello stesso assessore. Poi è partita una richiesta scritta di ospitalità con una serie di soluzioni proposte.
Ad esempio usare gli spazi dedicata alla mensa del consiglio, non ancora ultimata, o le dodici stanze riservate agli assessori della giunta ognuno dei quali ha una propria sede istituzionale al di fuori di via Gentile. Ancora la possibilità di restringere le stanze assegnate ai 50 consiglieri regionali e ai loro portaborse o, in alternativa, la Biblioteca o l’area dedicata ai garanti per i minori ed i disabili. Opzioni tutte scartate nel vertice tecnico tenuto in consiglio regionale dalla presidente dell’assemblea, Loredana Capone, dai capigruppo dei partiti e dall’assessore Leo.
A quanto pare i consiglieri regionali non sono disposti a cedere un centimetro quadrato delle stanze loro assegnate. Gli spazi della mensa sono off limits in quanto sta per essere completato l’appalto per attrezzarla. Quanto alle stanze degli assessori dipendono dalla presidenza regionale che non vuole saperne. Alla fine il Parlamentino per il momento non è disponibile.
Sul campo restano poche alternative, ad esempio i padiglioni che la regione Puglia ha in affitto nella Fiera del Levante. Ma ad ostacolare l’operazione c’è la partita aperta dell’ospedale covid della fiera con un contratto ballerino di affitto da 113 mila euro al mese oggetto di revisione. I tecnici stanno provando anche a sondare altri immobili del patrimonio regionale, ma in molti casi si tratta di edifici da ristrutturare. L’estrema ratio sarà quella di affittare un edificio privato da circa 2500 metri quadri di superficie per un costo stimato di circa 300mila euro l’anno più spese ed utenze per un totale annuo di circa un milione di euro.
Un autentico pasticcio, insomma, con il personale che rischia di restare per strada o di dover mettersi in smart working forzoso da casa, sempre che qualcuno non decida diversamente di mettersi in malattia o addirittura in aspettativa.